Batman v Superman Dawn of Justice (2016): Recensione

Batman V Superman Dawn of Justice di Zack Snyder. Con Ben Affleck, Henry Cavill, Amy Adams, Jesse Eisenberg. Warner Bros IT – 23 marzo 2016

VOTO MALATI DI CINEMA 6.5 out of 10 stars (6,5 / 10)

La natura di questo film è assai complessa, perché entrano in gioco numerosissime variabili molto difficili da gestire. Il risultato? Con ben due ore e mezza di tempo a disposizione si cerca di presentare tutti i personaggi, sia vecchi che nuovi, ottenendo un minestrone dal gusto gradevole ma con alcune note davvero discutibili.

Andiamo con ordine. Nonostante il titolo, il protagonista è Superman (si tratta infatti del sequel del precedente Man of Steel – L’uomo d’acciaio): l’obiettivo di queste due pellicole era quello di umanizzare l’interiorità del Dio alieno e problematizzare la sua posizione di essere onnipotente per metterla in discussione, lasciando da parte il punto di vista di Clark Kent che è oggettivamente meno interessante. Obiettivo raggiunto più che altro in questa pellicola, con un Henry Cavill molto credibile ma che necessita di rilassare alla fronte perennemente corrugata provando qualche espressione facciale diversa.

Secondo punto. La scommessa più grande in assoluto era portare un nuovo Batman capace di tener testa a quello di Christopher Nolan nella trilogia interpretata da uno straordinario Christian Bale.

Una scommessa decisamente vinta a metà. Ben Affleck (che qui si riscatta per il suo ruolo di scarso successo in Daredevil2003) calza bene la tuta/armatura del pipistrello di Gotham. Il problema è il modo in cui gli hanno cucito addosso il personaggio. Questo Batman è del tutto snaturato: dopo 20 anni di dichiarata vigilanza a Gotham, ci troviamo sottomano un boia prepotente. Insomma, da che mondo e mondo i buoni si distinguono dai cattivi per il fatto che non uccidono e restituiscono alla giustizia di un processo i delinquenti. Invece no: qui l’uomo pipistrello è violento, crudele, spietato, colpisce per uccidere (mai visto un Batman con così tante armi da fuoco) e non si cura delle potenziali conseguenze di molte sue azioni distruttive.

É anche vero che ci troviamo di fronte a un Bruce Wayne più maturo e consapevole a tal punto che vive in funzione di Batman quasi bramando di morire in battaglia, ma questo non giustifica la deformazione che c’è stata del personaggio e sopratutto il fatto che, se Superman viene giustamente umanizzato, il cavaliere oscuro appare d’improvviso “super” per gran parte del film, più invulnerabile di quanto lo possa essere un uomo mortale.

Terzo punto. Lex Luthor è costruito discretamente: la natura del suo odio e della sua follia sono ben giustificate, anche se per l’articolazione troppo pretenziosa dei personaggi e della storia necessitava di esplicitare tutto attraverso i dialoghi. L’attore se la cava bene, ma la sua interpretazione della psicopatia di Lex è oltremodo identica a quella del Joker di Heath Ledger e risulta del tutto fuori luogo e inadatta alla nemesi di Superman,nonché irritante in quanto alla fine ci è presentato come un bambino capriccioso che sbatte i piedi e fa i dispetti.

Molto interessante e ben riuscita è la presentazione e introduzione di Wonder Woman e dei metaumani (con alcuni camei che risollevano l’adrenalina). La modella israeliana Gal Gadot è nata per questo ruolo: lo veste con eleganza e forza, è la guerriera amazzone fatale e magnetica che tutti stavamo aspettando.

 

Tuttavia il regista Zack Snyder (Man of Steel – L’uomo d’acciaio) perde di vista la situazione e interpreta il dark come violenza e distruzione gratuita, alimentata da effetti speciali esagerati, assurdi (i sogni metafisici di Bruce) e assolutamente non necessari (i poteri di Doomsday sono stati declinati male sfruttando solo l’impatto visivo delle esplosioni in computer grafica). Snyder dimostra un amore sconfinato per la teatralità e spettacolarità soprannaturale e visiva a cui dà una priorità non funzionale allo sviluppo e alla qualità del film.

La sceneggiatura di Batman v Superman, invece, ha qualche pecca e la mostra fin dall’inizio. Il film si apre con alcune scene significative della vita del piccolo Bruce, seguita da sbalzi temporali e spaziali. E si conclude con ridicoli e banali escamotage: uno dei quali però, così semplice, da essere paradossalmente geniale nello sfruttare un’incredibile coincidenza nella vita dei due titani. Ma che comunque non ha motivazioni così forti da ribaltare la situazione che dal titolo tutti stavamo aspettando: ovvero lo scontro più epico di sempre. La sintesi introduttiva poco efficace, inoltre, poteva essere resa molto meglio rinunciando a esplicitare ancora qualcosa di già visto e sfruttare ciò che l’universo DC cinematografico e televisivo aveva presentato in passato, stuzzicando le conoscenze dello spettatore sull’argomento.

Quindi si apre la stagione DC, con un film che, nonostante i clamorosi errori di sceneggiatura e di regia, rimarrà nella storia del cinema per la sua epicità indiscussa.