The Hateful Eight (2015): Recensione

The Hateful Eight

The Hateful Eight, film del 2015 diretto da Quentin Tarantino, ottavo lungometraggio del regista statunitense

VOTO MALATI DI CINEMA 8 out of 10 stars (8 / 10)

Neve, freddo, una carrozza e il pesante incedere dei cavalli… Comincia così The Hateful Eight, ottava fatica di Quentin Tarantino.
Il successo di Django Unchained ha convinto il regista americano a continuare sul genere Western, tirando fuori dal cilindro l’ennesimo colpo ben riuscito a forti tinte Thriller.

Wyoming, Stati Uniti. E’ un gelido inverno di fine ‘800, poco dopo la fine della Guerra Civile Americana. John Ruth, cacciatore di taglie noto come Il Boia, ha tra le mani un “bottino” del valore di 10.000 dollari, ovvero la ricercata Daisy Domergue, accusata di omicidio.
Sono diretti a Red Rock, dove secondo i piani la donna verrà impiccata e giustiziata.
Arrivare nella cittadina non è impresa facile, gli ostacoli per il burbero John Ruth sono di natura climatica e non solo. Lungo il percorso infatti farà la conoscenza di alcuni personaggi dal passato oscuro e di poco affidamento.

Girato con una pellicola 70mm, la fotografia ha un impatto notevole all’occhio dello spettatore, in grado di sfruttare qualsiasi angolo della scena e impreziosire un prodotto al limite dell’impeccabile.
Parlare di un film diretto da Quentin Tarantino ormai è diventato scontato per il semplice fatto che su otto lungometraggi non ne ha sbagliato nessuno, confezionando un altro successo.

the hateful eight

 

La colonna sonora è affidata al “nostro” Ennio Morricone, che già ha collaborato con Tarantino nel precedente Django Unchained componendo alcune tracce. Forse si poteva osare di più sotto questo punto di vista. Un “mostro sacro” come Morricone lo si sente poco nel corso di queste tre ore.
Dopo oltre trent’anni l’artista italiano è tornato a comporre la colonna sonora per un Western, ciò non accadeva dal lontano 1981.

The Hateful Eight è un film che tiene perennemente concentrati nonostante l’ennesima, lunga durata della pellicola

Non troviamo molta azione e i colpi di pistola sono ridotti. E’ il “mind games” alla Cluedo a farla da padrona, situazione che ricorda il primo lungometraggio diretto da Tarantino, ovvero Le Iene.
Anche il momento storico gioca un ruolo molto importante. Si parla spesso della Guerra Civile Americana, terminata da poco e che ha lasciato conseguenze psichiche e vendicative nei protagonisti, così come la macchia del razzismo, perennemente nominato anche in modo esagerato.

Il cast è un agglomerato di leader, spicca ad esempio un Samuel L. Jackson come non vedevamo da tempo, assolutamente fantastico nel ruolo del Maggiore Marquis Warren.
Kurt Russell è John Hurt, “il Boia”, capace di interpretare un personaggio che sembra -e sicuramente è- scritto apposta per lui. Possiamo trovare i fedelissimi Michael Madsen, Tim Roth e Zoë Bell, con l’aggiunta di Demiàn Bichir, Channing Tatum, James Parks, l’esperto Bruce Dern e uno strabiliante Walton Goggins nel ruolo di Chris Mannix.
Menzione a parte per Jennifer Jason Leigh che sfodera una prestazione da Oscar.

Adatto a chi A tutti. Specialmente agli amanti del Western che finalmente avranno un’altra perla da collezionare nella loro videoteca.

Ci piace Il “ritorno” al passato grazie alla pellicola 70mm.
L’interpretazione degli attori, nessuno escluso.
La scelta di girare la maggior parte del film all’interno.

Non ci piace –

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