Grosso guaio a Chinatown (1986): Recensione

Grosso guaio a Chinatown, recensione del film diretto da John Carpenter nel 1986 con protagonista Kurt Russell nel ruolo di Jack Burton

VOTO MALATI DI CINEMA 7.5 out of 10 stars (7,5 / 10)

Jack Burton (Kurt Russell) è un camionista grezzo, solitario e giocatore d’azzardo. In lui si incarna l’America degli anni ’80, spavaldo e simpaticamente arrogante.
Trovatosi a Chinatown in visita dell’amico Wang, diventerà protagonista assoluto di una storia tutta Cinese fatta di magia, mostri e arti marziali.

Una banda locale rapisce la fidanzata dell’amico per consegnarla in sposa a Lo Pan, il capo dei Wing Kong, vittima da secoli di una maledizione che soltanto una donna cinese dagli occhi verdi presa in sposa può spezzare, in modo tale da fargli comandare il mondo.

Grazie all’aiuto del vecchio Egg Shen, stregone di Chinatown, il buon Jack (che in tutto questo ha perso il suo amato camion e la sua quasi-ragazza Gracie Law, anche lei rapita da Lo Pan) e compagnia bella partono alla caccia di Lo Pan e della sua cricca, composta soprattutto da tre potenti personaggi, le cosiddette “tre bufere“: Tuono, Pioggia e Fulmine (quest’ultimo ispirerà il personaggio di Raiden nel videogioco Mortal Kombat).

Esplosioni verdi, gente che entra e esce volando, ah non può essere vero, io chiamo la polizia… (Kurt Russell/Jack Burton)

Il regista John Carpenter ci ha abituati a film di successo, ma Grosso guaio a Chinatown (titolo originale: Big Trouble in Little China) è una piccola eccezione perché fu un clamoroso flop al botteghino, salvo poi riscattarsi completamente nel mercato Home Video, dove ha avuto modo di essere valorizzato come merita e considerato film di culto.

Tantissime le scene e le sequenze famose, come le frasi esclamate all’ormai semi defunto “baracchino” da parte di Jack Burton, oppure lo scagnozzo “gonfiabile” di Lo Pan.
Un film ormai leggenda che gode di una vasta cerchia di fans in tutto il mondo, anche perché, diciamocelo chiaro: “è tutta una questione di riflessi!

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