The Great Wall (2016): Recensione

The Great Wall (2016)

Recensione di The Great Wall, film del 2016 diretto da Zhang Yimou con Matt Damon, Pedro Pascal, Willem Defoe e Tian Jing

VOTO MALATI DI CINEMA 6.5 out of 10 stars (6,5 / 10)

Rompiamo subito gli indugi (per non dire qualcos’altro) dicendo che The Great Wall è una pellicola schematica. Perché direte voi? Semplice. Come il menu a tendina di un lettore DVD, questo film è caratterizzato da visibili step frettolosi e poco concludenti:

intro (pochi minuti)-battaglia-strategia (veloce)-battaglia-battaglia-ancora battaglia.
Spesso ci si lamenta per i film lunghi, noiosi e carichi di dialoghi, beh, qui assistiamo all’esatto contrario. Il ritmo è frenetico ma troppo. 104 minuti di pellicola sono pochi, non abbiamo modo di conoscere a fondo i personaggi e capire gli effettivi rischi dell’assedio.
La sua caratteristica principale -e negativa- la si trova nella freddezza e piattezza in cui affronta la narrazione. E’ tutto troppo veloce.

Attenzione però, sono partito in quarta elencando i difetti, ma non è assolutamente un film da buttare, anzi. Lo scenario è mastodontico e le battaglie ben curate.
Matt Damon e Pedro Pascal (Oberyn Martell ne Il Trono di Spade e Javier Peña in Narcos) interagiscono bene e divertono grazie alla loro ironia. La parte femminile si difende bene con la bellissima Tian Jing mentre la menzione negativa spetta a Willem Dafoe che ci regala poco più di una svogliata comparsata.

La Grande Muraglia Cinese mastodontica è possente in tutto il suo splendore

Passiamo alla trama: due mercenari Europei arrivano in Cina con l’intento di prelevare una grande quantità di “polvere nera”, ossia polvere da sparo da rivendere a buon prezzo. Vengono però travolti dall’imminente minaccia Taotie, mostri ributtanti comandati dalla Regina che hanno come scopo quello di mangiare chiunque gli capiti a tiro.
Comincia così una estenuante difesa del territorio a colpi di frecce, lance, catapulte e chi più ne ha più ne metta.

Le coreografie sono di altissimo spessore, non si è badato a spese nemmeno per gli effetti speciali, parliamo d’altronde di un film costato quasi 140 milioni di dollari.
Zhang Yimou, regista apprezzato in patria, tenta di fare centro con questa collaborazione cinoamericana senza però emulare il protagonista (cecchino infallibile), scoccando la freccia su un punteggio che oscilla tra il 6 e il 7 (diciamo un 6,5 per essere buoni).

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