Casa mia, casa mia (1988): Recensione

Casa mia, casa mia, recensione del film commedia diretto da Neri Parenti con protagonisti Renato Pozzetto e Paola Onofri

VOTO MALATI DI CINEMA 5 out of 10 stars (5 / 10)

Mario Bartolini è un dipendente della famosa catena Cartier. Residente a Milano, gli viene proposto uno scambio di sede in quel di Roma da parte del collega Marini con tanto di baratto d’appartamento.
Una volta giunto nella Capitale si accorge che l’appartamento è sotto sfratto e viene quindi allontanato dalla padrona di casa, la contessa Salviati.
Senza casa e sull’orlo del baratro viene ospitato da qualche amico per poi essere cacciato dopo poco tempo a causa di alcune scomode situazioni fino a dormire in negozio, dove viene scoperto e a sua volta licenziato.
Ormai senza nulla da perdere, truffa per sbaglio una persona che vive la sua stessa situazione, facendosi trasportare da questo fortunato illecito continuando ad adoperare questo modus operandi anche con altra gente ritrovando così una solida stabilità economica. Grazie a queste malefatte però commette un danno sentimentale quando la sua ex collega Marina viene a scoprire la verità.

Casa mia, casa mia appartiene a quel filone di commedie pseudosociali dove è palese la mano mediocre di Neri Parenti, mai completamente incisivo dietro la macchina da presa e prigioniero della perenne monotonia del suo stile, a parte rare eccezioni rintracciabili nei suoi esordi (Fracchia la Belva umana su tutti).
Nemmeno un nome altisonante come Renato Pozzetto riesce a tenere a galla un prodotto forzato. Anzi, è lo stesso attore a risultare sottotono e ormai visibilmente appagato da una carriera fatta di grandi successi.
Non è tutto da buttare. Troviamo alcuni buoni spunti nell’interpretazione di Athina Cenci nel ruolo della contessa Salviati e in alcune gag, poche a dir la verità, che strappano qualche risata, ma alla fine della fiera Casa mia, casa mia risulta un prodotto destinato esclusivamente ai fedelissimi di Renato Pozzetto.

CI PIACE:
– Alcuni spunti da parte di Renato Pozzetto.
– Athina Cenci, usando un gergo calcistico, risulta essere la “migliore in campo”.

NON CI PIACE:
– Paolo Onofri nel ruolo della protagonista femminile risulta piatta e monoespressiva.
– La sceneggiatura nella seconda parte crolla letteralmente a picco.

VOTO: 5 su 10