I Guerrieri della notte (1979): Recensione

I Guerrieri della notte (The Warriors), recensione del film diretto da Walter Hill nel 1979 e tratto dall’omonimo romanzo di Sol Yurick

VOTO MALATI DI CINEMA 9 out of 10 stars (9 / 10)

Tratto dall’omonimo romanzo scritto da Sol Yurick, I Guerrieri della Notte (titolo originale: The Warriors) prende ispirazione dall’Anabasi di Senofonte, opera del IV secolo A.C. che racconta il tentativo dei cosiddetti “Diecimila”, gruppo di mercenari perlopiù greci assoldati da Ciro il Giovane (Cyrus), di penetrare nell’impero persiano con lo scopo di usurpare il trono del fratello Artasense II, missione che risulterà fallita a causa della morte di Ciro il Giovane in battaglia. I Diecimila, ormai all’interno del punto nevralgico della città, stanchi e senza una guida, hanno dovuto quindi ritirarsi e cercare rifugio verso il porto (Coney Island nel film) tra mille ostacoli e pericoli.

Fatta questa premessa storico/letteraria è giunta l’ora di parlare del film.
Dopo aver diretto L’eroe della strada (1975) e Driver l’imprendibile (1978), lo statunitense Walter Hill ha tra le mani The Warriors (I Guerrieri della notte), prodotto di complessa realizzazione ma destinato a rimanere nella storia. Già dai primi minuti la tensione si taglia con il coltello. Lo stato di degrado che vivevano i giovani americani negli anni ’70 balza subito all’occhio dello spettatore attraverso la cupa, nera e per certi versi romantica ambientazione. Ragazzi di estrazione popolare, abbandonati a sé stessi e senza un obiettivo preciso nella vita che trovavano il modo per sconfiggere la noia compiendo atti di delinquenza e cercando di prevalere verso le altre bande con la violenza.
Specialmente in quei tempi difendere il proprio territorio, la zona di appartenenza, era quasi un dovere, ma per una notte tutto diventa normale dopo che Cyrus, capo della più grande gang di New York, i Riffs, organizza una manifestazione nel Bronx dove sono invitati anche i Warriors (i Guerrieri) che da Coney Island prendono la metropolitana per raggiungere il punto stabilito.
Le parole di Cyrus sono ipnotiche, sembra quasi un comizio politico. L’obiettivo è quello di creare un unico, grande esercito e di impadronirsi della città facendo affidamento sul numero elevato di soldati pronti a metterla a ferro e fuoco. Monologo interrotto da un improvviso colpo di pistola esploso per gioco da Luther, pazzo capobanda dei Rogues che uccide Cyrus accollando la colpa proprio ai Warriors, diventati quindi il nemico da abbattere e che dovranno tornare a Coney Island attraverso mille insidie proprio come il gruppo dei Diecimila raccontati nell’Anabasi di Senofonte.
Questo tragitto infernale che i nostri “eroi” dovranno superare per ritornare a casa crea per tutto il film una tensione spettacolare e ricca di eventi. Sono molte le situazioni e le difficoltà in cui si troveranno di fronte, così come tante saranno le gang nemiche che dovranno affrontare.
Come nelle grandi battaglie ci saranno gravi perdite e momenti epici, come ad esempio lo scontro con i Baseball Furies, bizzarra e taciturna banda dalla faccia pitturata in tenuta da Baseball, assolutamente mitici.

Guerrieri?!?!? Giochiamo a fare la guerra?!?!?

Altre gang degne di nota nella pellicola sono:
Turnbull Ac’s: la prima banda che prova ad intralciare il cammino dei Warriors. Un gruppo di Skinhead armati di bastoni che insegue i ragazzi di Coney Island con un furgone.
Orphans (gli Orfani): orfani di nome e di fatto che vivono in un quartiere degradato di New York, capitanati da Sully e non invitati alla mega riunione. Inizialmente permissivi verso i Guerrieri, decidono di non farli più passare dopo che Mercy, la fidanzata del capo, provoca il suo uomo definendolo un pollo. Successivamente Mercy viene “rapita” dai Guerrieri e si aggregherà a loro.
Lizzies: giovani e belle ragazze dall’aspetto innocuo, tendono una trappola ad alcuni Guerrieri invitandoli nel loro covo tra alcool, fumo e sesso. I ragazzi scamperanno quasi per miracolo alla morte.
Punks: salopette e pattini a rotelle, i Punks, italianizzando un po’ il concetto, sono la gang della “New York bene” almeno nell’aspetto. Spettacolare la battaglia con i Guerrieri all’interno dei bagni della metropolitana.
Chiudono il cerchio i già citati Riffs (gang principale di New York) e i Rogues (i veri villain della storia).

Per le strade di New York, oltre alla disavventura vissuta dai protagonisti del film, la troupe ha dovuto fare i conti con le vere bande -contrarie alla realizzazione del film- che hanno provato a mettere i bastoni tra le ruote con minacce di morte verso il regista e addirittura aggressioni fisiche ad alcune comparse.
Una lunga scena iniziale tagliata in fase di montaggio vede Cleon, il capo dei Warriors sostituito da Swan dopo la disavventura nel Bronx che gli è costata la vita, dialogare con la fidanzata in pieno giorno e poi spiegare agli altri membri della banda il motivo dell’invito da parte dei Riffs. Questo segmento, inserito nei contenuti speciali delle varie versioni home video e facilmente reperibile anche sul web, è stato rimosso per non contrastare il lungo minutaggio notturno della pellicola.
Esiste anche una versione Director’s Cut de I Guerrieri della notte contenente affascinanti transizioni in stile comic book che divide i vari capitoli del lungometraggio.

Come in tutte le grandi realizzazioni, l’importanza della musica risulta essere decisiva. Come la classica ciliegina sulla torta, le melodie composte in modo magistrale da Barry DeVorzon accompagnano i nostri Guerrieri per tutto il cammino, carpendo appieno la drammatica situazione ed ampliando lo stato di angoscia vissuto dai protagonisti.

I Guerrieri della Notte è un capolavoro unico nel suo genere. Un’eroica prova di sopravvivenza sintetizzata alla perfezione dal protagonista Swan (Michael Beck) verso la fine del film, quando ormai stremato ammira Coney Island alle prime luci dell’alba ed esclama: « Guarda che posto di merda! E abbiamo combattuto tutta la notte per ritornarci ».

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