L’appartamento del 13° piano (1972): Recensione

L’appartamento del 13° piano, recensione del film horror/drammatico spagnolo diretto da Eloy de la Iglesia nel 1972

VOTO MALATI DI CINEMA 6 out of 10 stars (6 / 10)

L’appartamento del 13° piano (titolo originale: La semana del asesino) è il quinto lungometraggio diretto dal regista di origine basca Eloy de la Iglesia.
La pellicola è stata pesantemente colpita dalla censura e boicottata dall’allora governo della Spagna Franchista per via delle varie tematiche affrontate dal film, come ad esempio l’omosessualità.

Marcos (Vicente Parra), impiegato in un centro carni, uccide per sbaglio un tassista voyeur. Il giorno successivo la fidanzata Carmen (Lola Herrera), testimone dell’accaduto, tenta di convincerlo a costituirsi, pressione che risulterà tragica perché Marcos ucciderà anche lei, strangolandola e rinchiudendola in camera da letto.
In preda ormai alla più totale confusione psichica e mentale, Marcos assassinerà in successione anche il fratello, la fidanzata del fratello, il padre di lei e Rosa (Vicky Lagos), una donna invaghita di Marcos che commette “l’errore” di intrufolarsi in casa del protagonista con l’intento di avere un rapporto sessuale con lui.
Da qui il titolo originale del film “La semana del asesino”, ovvero “La settimana dell’assassino”, arco temporale in cui Marcos commette gli omicidi all’interno della sua casa.
Il titolo italiano (L’appartamento del 13° piano) è invece riconducibile all’appartamento di proprietà di Nestor (Eusebio Poncela), benestante ragazzo omosessuale residente nel quartiere “bene” della città che instaurerà con Marcos un rapporto di amicizia/amore platonico.

Come scritto precedentemente, la pellicola ruota attorno ad una forte impronta omosessuale fatta di primi piani virilmente maschili, bagni in piscina e affinità fisico/mentali. Nonostante non si sfori mai nell’estremo, è chiara la provocazione di de la Iglesia nel voler accentuare attraverso movimenti e dialoghi il cambiamento dei tempi, istigazione rafforzata dall’eterosessuale protagonista che vede nell’amico omosessuale l’unico in grado di comprenderlo, risparmiandogli appunto la vita.
Non esente dalla pellicola l’altra grande critica al sociale, raccontata in modo velata ma pungente, ovvero la differenza di classi, evidenziata dalla diversa reazione di un poliziotto durante un controllo di routine ai danni di Marcos e Nestor (proletario e benestante) trattati in modo totalmente differente.

E’ stato un vero piacere visionare e raccontare una pellicola di rara distribuzione come L’appartamento del 13° piano, per di più nell’affascinante formato del 35mm durante la rassegna organizzata dal produttore e regista Michele De Angelis dal titolo “Horror Picture Show”, andata in scena al MACRO di Testaccio, a Roma, dal 31 ottobre al 4 novembre 2017 con proiezioni di film rari e un po’ meno rari di altissimo livello.
Il titolo inglese del film è “The Cannibal Man”, attribuzione completamente errata considerata la trama.