Pizza Marconi (2017): Recensione

Pizza Marconi, recensione del cortometraggio interpretato e diretto da Maurizio Mattia Merli, ambientato a Roma negli anni ‘90

VOTO MALATI DI CINEMA 6.5 out of 10 stars (6,5 / 10)

Andrea (Giacomo Polverari) e Massimo (Roberto Bagagli) sono due amici che vivono le loro giornate nella pizzeria in cui lavorano, sognando giorni migliori e una gara di corsa clandestina in grado di innalzare il loro “status”, fermo quasi all’impopolarità.
Lo sfondo di una Roma anni ‘90 è la giusta cornice dei loro viaggi onirici, raccontati attraverso la mente del personaggio di Massimo, rifugio adatto dove nascondersi da una triste e drammatica realtà.
Il ruolo dell’antagonista spetta invece al regista Maurizio Mattia Merli, figlio di uno dei più grandi interpreti del cinema poliziesco (o poliziottesco) italiano degli anni ‘70, Maurizio Merli.
Il cineasta romano veste i panni di Kamikaze, numero uno imbattuto nelle corse automobilistiche illegali.

«Pizza Marconi, che inizialmente doveva chiamarsi Piazza Marconi, nasce nelle teste di Daniele De Rosa e Fulvio Riganti tra un quartino di vino ed un pezzo di formaggio» racconta Maurizio Mattia Merli durante la conferenza. «Quando me ne parlarono e mi chiesero se volevo fare questa pazzia con loro, ebbi un solo dubbio…l’idea era buona ma seguiva troppo il “genere”. Intendiamoci sono il figlio di una delle icone dei film di “genere” e non posso che amarlo ma sono anche dell’idea che debba essere un “look” da dare al film non una filosofia o peggio ancora una tradizione da seguire seguendo archetipi ormai stereotipati.
Il “genere” va riscoperto. Aiutato con una scrittura convincente, solida, che esca dagli schemi, semplicemente una storia come un’altra raccontata con uno stile diverso.
Pizza Marconi non ha pretese… se non quella di raccontare una piccola storia di una piccola realtà romana e di offrire al pubblico la possibilità di vivere e di farsi raccontare una favola attraverso uno stile che non smetteremo mai di amare.»
Il cortometraggio, della durata di circa tredici minuti, è adrenalinico e tocca i cuori, grazie ad alcune sequenze ben girate nonostante il poco minutaggio a disposizione.

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