Waco (2018): Recensione


WACO

Sei episodi che raccontano una delle tragedie più nere della storia Americana degli ultimi trent’anni

Il 28 febbraio 1993 una squadra di agenti federali giunge al Mount Carmel Center, un complesso di edifici nel quale hanno luogo le attività dei davidiani, per attestare la veridicità di alcune indiscrezioni circa la presenza di armi ed esplosivo in un arsenale della setta mascherato da deposito.

I “ Davidiani” capeggiati dal predicatore David Koresh (interpretato magistralmente da Taylor Kitsch), vivevano nella Comune di Waco in Texas.

Con la massima carica data da “Dio”, professava la sua parola cercando di dare traduzione ai sette sigilli ed il libro dell’ Apocalisse Biblica, obbligando alla castità i suoi adepti e prendendo tutte le donne in mogli, cercando di popolare la comunità con la sua “paternità.

Questa personalità forte e contraddittoria era vista dai “Davidiani” come una vera e propria strada da seguire per la salvezza. Fino a qualche giorno prima vivevano la vita in serenità e tranquillità.
Koresh per mantenere gli abitanti e gli equilibri guadagnava con il mercato delle armi in Texas e suonando con la sua band in feste e locali.

“Sono la reincarnazione di Gesù Cristo“ (David Koresh)

Per questo l’ATF sospettava di un traffico illegale di armi, votato per un eventuale suicidio di massa che avrebbe coinvolto donne e bambini.
Durante la perquisizione nasce una sparatoria tra le due parti: 4 agenti dell’ATF muoiono e altre 16 persone rimangono ferite.

Entra in gioco il negoziatore dell’FBI Gary Noesner (Michael Shannon), che al telefono con Koresh cercherà di portare una soluzione pacifica per salvaguardare vite umane ed evacuare un luogo diventato pericoloso.

La sua personalità ed il lato umano evidenziano la drammaticità di un ruolo complicato. L’interesse era salvare vite americane? Oppure dimostrare al mondo la potenza e la forza dei servizi segreti?

La scelta di raccontare un fatto di cronaca crudo e reale viene arricchito dalla bravura del cast.

Kitsch (oltre alla notevole somiglianza), un santone “Rock e camicia a quadri“ che predica bene e “razzola” un pò meno, raccontando di salvezza e paradiso, chiedendo sacrificio e dedizione, ma agevolando di benefici che per i suoi seguaci sono tabù e peccato. Tra i Davidiani troviamo Paul Sparks (The Crown) nel ruolo del fidato e succube Steve Schneider, Melissa Beinost (Glee), la prima moglie di Koresh, Julia Garner (Ozark) e Rory Culkin (Mean Creek), fratello del più noto Macaulay, che interpreta magistralmente uno dei testimoni dell’assedio, il batterista David Thibodeau.

La “legge” è rappresentata da Shannon, la faccia buona della medaglia, la forza della parola, che paradossalmente mostra l’abilità di Koresh nel comunicare, che riesce ad ottenere riconoscimento e rispetto dai membri della Setta.
Purtroppo la sua empatia si scontra con il potere dei suoi colleghi (Un guerrigliero Shea Whigham, che interpreta l’agente Decker) ed il Capitano Tony Prince (Glen Fleshler, True Detective) e la partecipazione di John Leguizamo, che interpreta l’agente infiltrato Vasquez.

Questa miniserie vuole portare i fatti realmente accaduti da tutti i punti di vista.
Il sogno americano, che tragicamente spesso regala al mondo degli spettacoli violenti e senza spiegazione.
Le testimonianze dei veri e reali protagonisti dell’assedio di Waco, viene espressamente omaggiata dalla voce ed il cameo di Eric Lange (Narcos), che interpreta uno speaker radiofonico che regala allo spettatore un monologo finale da brivido.
Buona Visione!!!!