Sing Street (2016): Recensione

Sing Street, film musicale del 2016 diretto da John Carney con Ferdia Walsh-Peelo nel ruolo del protagonista

VOTO MALATI DI CINEMA 7 out of 10 stars (7 / 10)

Dublino, anni ’80:
Conor è un adolescente pieno di problemi. Uno dei tanti.
Le sue giornate sono interamente dedicate all’ascoltare i litigi dei genitori, con un orecchio però puntato su una sua grande passione: la Musica.
Ragazzo timido ma creativo, preso di mira dai bulli e dal preside della scuola Cattolica, si aggrappa quasi disperatamente al fratello maggiore, per lui un idolo, assimilando le passioni e la conoscenza musicale.
La voglia di uscire dal “guscio” è tanta e per questo motivo Conor, spinto anche dall’amore e dalla sfrontatezza giovanile, azzarda un’idea: creare una band musicale

Comincia così “Sing Street” (2016), ottavo lungometraggio diretto da John Carney e da lui anche sceneggiato.
Il regista irlandese si era affacciato già recentemente ad un discorso musicale con il bellissimo Tutto può cambiare del 2013, ambientato però ai giorni nostri.
Sing Street è, se vogliamo, un lavoro autobiografico e puro che ci mostra una realtà distante da quella Londra vista ancora come il sogno per ogni aspirante musicista.

Sing Street è un viaggio nel tempo ben costruito, una sorta di quadro dove il grigio predominante è assalito da una pennellata forte e colorata

Esportare un’idea ampia come quella bizzarra della musica anni ‘80 in un contesto bigotto e mentalmente chiuso come quello cattolico/irlandese è impresa difficile, ma Conor (interpretato da Ferdia Walsh-Peelo) con testardaggine e supportato da due figure importanti il fratello Brendan (Jack Reynor) e la sua “musa” Raphina (Lucy Boynton)- proverà in tutti i modi ad esaudire il suo grande desiderio.

Magnifica l’idea di riprodurre in videoclip alcune scene, così come le visioni oniriche del protagonista che trasformano la pellicola in un vero e proprio Musical.

Parte fondamentale, ovviamente, sono i brani all’interno del film che accompagnano l’umore di Conor in pieno realismo anni ‘80, dove era prassi cambiare abbigliamento e gusto musicale molto velocemente.
Motorhead, Cure, Duran Duran, Hall & Oates, The Jam e Joe Jackson sono gli artisti che hanno contribuito ad impreziosire il film con l’aggiunta di un brano di Adam Levine, frontman dei Maroon 5 (da ricordare che Levine ha partecipato come attore in Tutto può cambiare).

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