Collateral Beauty (2016): Recensione

Collateral Beauty, recensione del film diretto da David Frankel nel 2016 con Will Smith, Edward Norton, Kate Winslet e Michael Peña

VOTO MALATI DI CINEMA 6.5 out of 10 stars (6,5 / 10)

Una pellicola i cui risvolti si complicano e intrecciano a vicenda. Una storia che mette in scena una menzogna che però risulta fin troppo vera. Uno spettacolo teatrale della vita e dei suoi problemi quotidiani, in cui gli interpretanti sono davvero (o forse no?) quello che nella finzione interpretano, diventando quasi dei “tipi” con maschere bene precise.

Nonostante affronti temi sensibili, che non molti film riescono a trattare con la stessa leggerezza e lo stesso candore, il risultato finale è tragico ma allo stesso tempo divertente. Tuttavia l’obiettivo non è sicuramente suscitare ilarità ma far sorridere le persone e farle reagire, perché troppo spesso si arrendono all’ineluttabilità delle disgrazie. Sicuramente si esce dalla sala più con gli occhi pieni di lacrime piuttosto che con il sorriso stampato sulle labbra, i forti pianti si alternano a sorrisi smorzati.

La regia e fotografia sono molto chiari, non nascondono nulla, mostrano quello che deve essere mostrato. La sceneggiatura è pretenziosa: mette in piedi un’architettura narrativa triadica a incastro i cui temi di Morte, Amore e Tempo rimbalzano da un personaggio all’altro, coinvolgendoli tutti, chi più chi meno, chi in maniera diretta e chi in modo trasversale e sopratutto senza nascondere questo gioco, ma anzi palesandolo senza problemi allo spettatore.

La recitazione è veramente d’impatto. Scene senza parole riescono a commuovere grazie solo alla straordinaria espressività emotiva, in particolare di Will Smith, che qui mette a nudo tutta la sua fragilità di padre e uomo sconfitto; mentre Helen Mirren (la Morte), oltre a sorreggere l’intero film insieme al protagonista, regala una boccata d’aria fresca con la sua esperienza di vita e giudizio infinito.

Essendo molti i personaggi, alcuni vengono lasciati un po’ andare per inerzia, ma ognuno mantiene comunque il suo posto e prosegue la propria implicita evoluzione. Inoltre, tutta questa malinconia carica il pubblico di emozioni sfinendolo in maniera eccessiva. Il tutto è quasi surreale e in alcuni momenti vacilla un po’, ma è giustificato da quel tacito patto con lo spettatore che egli accetta di buon grado, nonostante gli errori di una non inattaccabile storia, per ricevere in cambio qualcosa di più: la speranza che ci spinge tutti a reagire, grazie alla bellezza collaterale della vita.

Dalle interpretazioni degli attori emerge la naturalità e la freschezza delle emozioni, qualsiasi esse siano, portandoli davvero in stato di grazia recitativa. L’armonia e sintonia tra tutti i membri del cast è palpabile. Probabilmente tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione del film erano particolarmente ispirati, tutti, uno per uno, nello stesso momento.

RECENSIONE BASATA SULLA VISIONE IN LINGUA ORIGINALE DEL FILM