XX Donne da morire (2017): Recensione

XX donne da morire, recensione del film horror del 2017 ad episodi diretto da Jovanka Vuckovic, Annie Clark, Roxanne Benjamin e Karyn Kusama

VOTO MALATI DI CINEMA 6 out of 10 stars (6 / 10)

Composto da quattro episodi tutti al femminile, XX Donne da morire racconta in chiave Horror alcune storie che svariano dal soprannaturale all’incidente di tutti i giorni.
Diretto da registe talentuose nel panorama Indie, la pellicola risulta avere nel complesso alti e bassi e di seguito andrò ad analizzarne i motivi episodio per episodio:

– Episodio numero uno (The Box) diretto da Jovanka Vuckovic

Durante il periodo natalizio un bambino, in compagnia della sorella e della madre, durante il tragitto in metropolitana per tornare a casa, chiede ad uno strano signore con una scatola di poter sbirciare all’interno. Evidentemente scosso da quanto visto non mangia più per giorni, contagiando i familiari che vengono a scoprire il segreto della misteriosa scatola.
La madre, l’unica ignara del contenuto, vede così l’intera famiglia patire la fame, pensando in modo paranoico a qualche soluzione, anche estrema, per poter rimettere a posto le cose.
La canadese Jovanka Vuckovic racconta una storia potenzialmente valida ma penalizzata dal poco minutaggio, dove risulta abile però a gestire le varie inquadrature, salvando la pellicola dall’insufficienza. L’abilità della Vuckovic nel campo degli effetti speciali è ben evidente e sfruttata alla perfezione.
VOTO: 6 su 10

– Episodio numero due (The Birthday Cake – The Birthday Party) diretto da Annie Clark

Mary, benestante signora che vive in un lussuoso appartamento, organizza alla perfezione il party di compleanno per la figlia. Poco prima dell’evento però scopre il marito morto per cause naturali e tenta in tutti i modi di nasconderlo per non rovinare il compleanno della piccola, rischiando però di peggiorare le cose.
Il debutto di Annie Clark (vero nome della musicista St. Vincent) dietro la macchina da presa è soft e deludente. L’episodio risulta essere il “peggiore” dei quattro nonostante una pulita tecnica di base, ma la storia aggiunge poco pathos e sembra essere più una scopiazzatura di “Weekend con il morto” piuttosto che un messaggio sociale rivolto all’apparire della classe benestante.
VOTO: 4,5 su 10

– Episodio numero tre (Don’t Fall – Non cadere) diretto da Roxanne Benjamin

Un gruppo di ragazzi, avventurieri dell’ultima ora, decidono di esplorare alcuni sentieri rocciosi all’apparenza normali. Durante il pernottamento scoprono in realtà che il luogo non era aperto al pubblico e che all’interno si nascondono inquietanti tinteggiature sui muri risalenti ad epoca antica e sconosciuta.
Inevitabile quindi l’avvento dei demoni che si impossessano della ragazza più debole che, assetata di sangue, parte alla caccia degli altri.
Il più “vintage” dei quattro episodi lo dirige Roxanne Benjamin, molto attiva nel panorama Horror con la produzione di alcune pellicole come la trilogia di V/H/S/, The Devil’s Candy e per aver già diretto Southbound nel 2015.
La particolarità di questo episodio è il dono della sintesi, perfetto nei venti minuti di durata dove abbiamo il quadro completo della situazione.
VOTO: 6 su 10

– Episodio numero quattro (Her only Living Son – Il figlio unico) diretto da Karyn Kusama

Questo “Her only Living Son” altro non è che un richiamo, senza menzione, al Polanskiano Rosemary’s Baby – Nastro rosso a New York, con un balzo cronologico di 18 anni.
Il giovane Andy, prossimo al suo diciottesimo compleanno, mostra un carattere violento e misterioso. La madre, preoccupata e ignara delle sofferenze interne del figlio, viene a conoscenza della tremenda verità quando ormai sembra troppo tardi.
Dei quattro episodi questo diretto dalla mestierante Karyn Kusama (conosciuta dal grande pubblico per aver diretto pellicole come Jennifer’s body e The Invitation) è senza dubbio il migliore.
La doppia sofferenza da parte di madre e figlio per la scomoda situazione vissuta, genera conflitti interni e pesanti contrasti tra i due, frutto però non solo per via del classico carattere che può avere un adolescente, ma per un segreto ancora più oscuro che si chiuderà con un toccante e tragico finale.
VOTO: 7 su 10

Unendo le componenti dei quattro episodi, XX Donne da morire è in generale un buon film, una rivincita dell’universo femminile non solo per quanto riguarda la narrazione degli episodi, ma è una vera e propria risposta al mondo del Cinema dal punto di vista tecnico e stilistico, impreziosita dalle bellissime animazioni di Sofia Carrillo che fungono da collante.

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