Matinee (1993): Recensione

Matinee, recensione del film di fantascienza diretto dallo statunitense Joe Dante nel 1993 con protagonista John Goodman

VOTO MALATI DI CINEMA 7 out of 10 stars (7 / 10)

Nel 1962 gli Stati Uniti sono in piena Guerra fredda con l’Unione Sovietica. Uno dei momenti di maggior allerta è riscontrabile nella cosiddetta Crisi dei missili, dove alcuni missili balistici presenti a Cuba sono puntati, secondo le parole del leader russo Nikita Krusciov, verso l’America, ad un passo così dalla temibile Guerra Nucleare, fortunatamente sventata grazie all’accordo tra il già citato Krusciov e John Fitzgerald Kennedy, l’allora Presidente degli Stati Uniti.
Cosa c’entra il regista Lawrence Woolsey (John Goodman) in tutto questo? E’ presto detto.

Key West, Florida, è la nuova casa del giovane Gene Loomis, figlio di un marine da poco partito per la vicina Cuba, ora residente nella base militare presente all’interno della città.
Appassionato di film horror, passa le giornate con il fratellino Dennis al cinema visionando film di mostri a iosa. Durante i classici “prossimamente” viene a conoscenza dell’anteprima proprio a Key West di Mant, film presentato da Lawrence Woosley, regista e produttore di horror di Serie B, un innovatore per quanto riguarda gli effetti speciali all’interno della sala durante la proiezione. L’intento di Woosley è quello di spettacolarizzare la misera sceneggiatura, inducendo lo spettatore a spaventarsi ancora di più durante la visione grazie a strumenti inseriti all’interno dei seggiolini e fuochi pirotecnici, azionati nelle scene di maggior impatto.
Durante la riproduzione di Mant, pellicola che parla di un uomo mutante mezzo umano e mezzo formica, il livello di paura tra gli spettatori paganti aumenta a dismisura anche grazie al discorso televisivo del Presidente Kennedy che annunciava come imminente la Guerra Nucleare. Approfittando dello stato d’animo della gente, il simpatico Woosley riuscirà nel suo intento, facendosi notare da un noto impresario cinematografico.

Matinee, dodicesimo lungometraggio diretto dallo statunitense Joe Dante (Piranha, Gremlins, Gremlins 2, Salto nel buio), è uno sguardo al passato che gioca con la paura della gente; una critica sociopolitica condita da una tematica talmente differente che paradossalmente ben si incastra al discorso principale: la paura, appunto.
Il cinema horror di Serie B negli anni ‘60 vedeva come maggior esponente il produttore Roger Corman, ma il personaggio di Lawrence Woosley -interpretato magistralmente da John Goodman- rende omaggio per caratteristiche ad un altro grande innovatore del genere, ovvero William Castle (divertente la scena tra il personaggio di Lawrence Woosley e un benzinaio che ringrazia il produttore chiamandolo “signor Hitchcock”).

I giovani personaggi risultano pienamente adatti all’interno della narrazione, grazie anche alle piccole sottotrame fatte di storie amorose e primi baci, con il Cinema che funge da romantico luogo che accomuna amore e terrore.
Piccolo ruolo anche per la venticinquenne Naomi Watts, degna di un cameo durante la proiezione di un film fittizio dal titolo “Il carrello della spesa”.
La menzione principale è però da attribuire a Joe Dante e John Hora, direttore della fotografia, che rendono Matinee un piccolo gioiello di stile grazie agli splendidi colori che decorano la pellicola.

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