Godzilla II – King of the Monsters (2019): Recensione

Godzilla II – King of the Monsters, recensione del film diretto da Michael Dougherty. Nelle sale italiane dal 30 maggio 2019

VOTO MALATI DI CINEMA 5 out of 10 stars (5 / 10)

Dopo il violento scontro tra Godzilla e i due mostri M.U.T.O., l’intero pianeta Terra è venuto a conoscenza dell’esistenza di mostri millenari giganteschi (chiamati “Titani”) che sono sempre stati tenuti sottochiave dai governi. In questo nuovo capitolo l’umanità dovrà trovare una soluzione per fronteggiare le grandi creature, viste da un lato come una minaccia da reprimere con ogni mezzo possibile e dall’altro come una manifestazione della Natura per portare un nuovo equilibrio.

Godzilla, personaggio nato dalla cultura cinematografica giapponese negli anni ‘50, torna nelle sale cinematografiche in un crossover che lo vede impegnato in dei duelli feroci contro gigantesche creature, tra cui il drago a tre teste Ghidorah.

Seguendo l’idea targata Disney/Marvel Studios di creare una grande sequenza di film popolata da numerosi supereroi, la Warner Bros. Pictures e la Legendary Pictures decisero di creare un universo cinematografico dove fossero presenti i principali mostri entrati nella cultura di massa occidentale, come ad esempio King Kong e Godzilla. Il progetto si concretizzò nel 2014 con il film Godzilla, tentando di restaurare il vecchio genere del monstermovie. Sebbene i primi due film, senza tante pretese, siano risultati discreti e godibili, quest’ultimo Godzilla: King of the Monsters, delude sotto molti aspetti, tecnici e non.

L’opposizione tra coloro che vogliono proteggere il mondo e quelli che invece vogliono cambiarlo seguendo inclinazioni “estremiste” (cioè i villain) è un’idea di trama che, oltre ad essere vista e rivista, in questo caso viene sviluppata in modo indeciso e sbrigativo, sfociando nello scontato. Il goal di questa pellicola doveva essere quello di elettrizzare gli spettatori con i tanti combattimenti tra Godzilla e gli altri mostri che vogliono dominare il pianeta, ma il risultato è confuso e assordante. La regia non è metodica e finisce con l’essere mal coniugata con il genere del film, l’azione. La scenografia, invece, è ben studiata e riesce a conferire sostanza alle grandi lacune dell’intreccio.

È importante menzionare il fatto che Godzilla incarni, per la nostra cultura occidentale, un nuovo concetto di protagonista/eroe. Di questo bisogna riconoscere il merito alle produzioni, che hanno portato all’attenzione del grande pubblico lo sposalizio tra la lontana cultura cinematorafica giapponese e il genere del monstermovie. I personaggi umani, seppur interpretati da attori candidati all’Oscar, come Vera Farmiga (L’evocazione) e Ken Watanabe (L’ultimo samurai, Inception), collaterali e dalla presenza quasi forzata all’interno della trama.

In conclusione, sebbene dalla dichiarazione dello stesso regista Michael Daughtry questa pellicola risulti essere un semplice popcorn movie da guardare con leggerezza in sala, potevano essere introdotte un’impostazione tecnica di gran lunga migliore e una scrittura di trama e dialoghi degni delle grandi risorse a disposizione.