Un’avventura (2019): Recensione

Un’avventura, recensione del film diretto da Marco Danieli con protagonisti Michele Riondino e Laura Chiatti. La pellicola è uscita nelle sale il 14 febbraio 2019

VOTO MALATI DI CINEMA 6.5 out of 10 stars (6,5 / 10)

l film che ho deciso di commentare è Un’Avventura. La trama del film potrebbe essere sintetizzata da una canzone di Venditti: “Certi amori non finiscono, fanno giri immensi e poi ritornano”. Perdonatemi se la prima canzone che mi viene in mente non è di Battisti, ma di un altro cantautore, e forse questo ci dice molto sul film.

La trama è piuttosto semplice: è la storia d’amore tra Matteo (interpretato da un bravo Michele Riondino) e Francesca (sì, proprio lei di non è Francesca, dalle bionde trecce e gli occhi azzurri, ovvero Laura Chiatti), entrambi bravissimi nelle interpretazioni musicali. Prima lui ama lei, e lei non ama lui, lei decide di partire, poi lei ritorna e ama lui, poi entrambi scelgono di amarsi e di sposarsi, ma lui la tradisce con Linda (sì, la Linda di balla Linda), e quindi si lasciano. Ma alla fine cosa può succedere? Che si ameranno per tutta la vita? Che realizzeranno i loro sogni? L’amore dei due amanti ha come colonna sonora proprio quelle canzoni che scavano nella nostra memoria e rendono il film “dolce”. Non mi viene un aggettivo migliore: è un film dolce.

Insomma la trama non è un granché, ma vediamo le canzoni. Battisti e Mogol hanno riempito con le loro melodie le vite di tante generazioni, perché “le canzoni d’amore non invecchiano mai”: questa forse è la frase più bella e rappresentativa del film. Questo film avrà la magia di una canzone d’amore? Era l’interrogativo che mi ponevo mentre lo vedevo e assaporavo una certa dolcezza più nel rapporto tra i due personaggi che nello sviluppo della trama. Questo rapporto intrecciato tra cinema e musica mi ha fatto, ovviamente, pensare al musical: gli ultimi due che ho visto sono stati La La Land e Ammore e Malavita. Diciamo che l’intento del regista (Marco Danieli) è stato in un certo senso proprio quello di “ibridare” questi due film. Come se il risultato dovesse essere una specie di La La Land italiano (con le musiche di Battistiti e Mogol) rivisitato con la genialità del musical di Ammore e Malavita. Purtroppo, secondo il mio modesto parere, il prodotto finale non ha nulla di tutto ciò.

Poiché il mio mestiere è lo psicologo e psicoterapeuta proviamo però a dare un occhio alla psicologia dei due personaggi. Possiamo affermare che la loro caratterizzazione è abbastanza stereotipata: Matteo è quello che gli specialisti definirebbero come una personalità di tipo Narcisista, o in termini ancora più tecnici di Nevrotico ossessivo (lo confessa a Linda quando chiede “dove sono finiti i miei sogni?”) con delle fragilità che sono sublimate dalla scrittura delle canzoni, create nel tentativo di dare forma alle sue ombre interiori. Esse però non possono essere ancora composte, perché necessitano di un Altro, di una donna, che le renda ultimabili. Invece Francesca potremmo definirla una personalità Isterica che insegue il desiderio per il desiderio, e quando ottiene quello che vuole, poiché non c’è più desiderio, ricerca qualcosa d’altro, senza mai essere soddisfatta.

Nella dinamica della coppia non avviene mai un vero incontro tra i due, perché nel momento in cui dovessero incontrarsi cesserebbe il desiderio e quindi verrebbero meno i sogni. Anche quando si sposano lei ha il problema di vivere un amore borghese e lui di aver sepolto i suoi sogni (è passato da scrivere le canzoni d’amore a scrivere canzoni per prodotti commerciali). Lei fa vivere a lui la mancanza ad essere, come ci ricorda il buon vecchio Lacan, e lui ha tremendamente paura di vivere fino in fondo il proprio desiderio. Infatti, per buona parte del film ripiega nel rapporto con Linda, che non sarà però mai Lei. Insomma una coppia perfetta: Il Narcisista e l’Isterica, peccato che questi tratti non siano caratterizzati così nel profondo, e non rimangano alla fine neanche come esempi paradigmatici per descriverli. Non so se questa superficiale rappresentazione dei due sia un bene o un male, perché alla fine tutti noi vogliamo credere che l’Amore può vincere su tutti i giri immensi, sulle canzoni, sulle fragilità e sulle debolezze

Per concludere: è un film da vedere? Se volete vedere una versione più adulta di 3MSC e una italianizzazione di La La Land con qualche lampo musicale alla Manetti Bros, guardatelo. Se volete vedere un film che descriva il funzionamento di una coppia in cui uno dei due componenti è un Narcisista e l’altro componente è un’Isterica allora guardatelo, anche se nella realtà non vi garantisco che finirà come nel film.