Martin Eden (2019): Recensione

Martin Eden, recensione del film diretto da Pietro Marcello tratto dall’omonimo romanzo. Data di uscita nelle sale italiane: 2 settembre 2019

VOTO MALATI DI CINEMA 8 out of 10 stars (8 / 10)

“Forse il senso della vita sta nello scoprire che essa non ha niente a che fare con la giustizia.
E nell’accettarlo senza esserne sopraffatti”

Questa la mia riflessione a caldo al termine della visione di Martin Eden, film con cui Luca Marinelli si conferma ancora una volta come uno degli attori italiani più intensi e talentuosi di sempre.
Lui è il Film, come evoca inequivocabilmente il titolo. E’ sempre presente con il corpo, la voce e l’anima, dando vita al flusso di pensieri del tormentato protagonista e a quella sua inquietudine che riesce a trasmettere così bene quasi da farla sentire sulla pelle.

Grazie ad un’ostinata sete di sapere e una nuova consapevolezze acquisita, Martin Eden -di fatto marinaio tuttofare in cerca della sua occasione di riscatto sociale- si pone tutta una serie di controversi interrogativi di natura sociologica (e non solo) a cui egli troverà nel corso della vita risposte rassegnate e prive di una vera soluzione, in una crescente autodistruzione.

Il film è senza tempo, si ritrovano al suo interno molti situazioni e immagini che lo contestualizzano in diverse decadi del scorso secolo, così come trasversale ai tempi è da sempre la contrapposizione e la lotta delle classi sociali.
Si potrebbe affermare che la cultura vince e perde al tempo stesso, qual è il prezzo della conoscenza? Forse l’infelicità, almeno per il protagonista.

Martin Eden è un film che può dare molti spunti, perciò complesso e non per tutti, come del resto molti dei film interpretati da Marinelli che ha sempre scelto di partecipare a progetti cinematografici più di nicchia che nazionalmartinpopolari, guardando più alla qualità che al compiacimento del grande pubblico.
Se questo film fosse in grado di invogliare qualche giovane allo studio riconoscendo l’indubbio fascino e potenza del sapere, che di questi tempi sembra caduto in disgrazia, ecco già per questo meriterebbe di essere visto, e applaudito.

(A cura di Annalisa Facondo)