Maleficent – Signora del male (2019): Recensione

Maleficent – Signora del male, recensione del film diretto da Joachim Rønning con protagonista Angelina Jolie. Uscito nelle sale italiane il 17 ottobre 2019

VOTO MALATI DI CINEMA 6 out of 10 stars (6 / 10)

Angelina Jolie è tornata.
Ed è tornata con il personaggio di Malefica e la sua media di due battute per ora di film.

Premetto che recensirò Maleficent – Signora del male come un film per bambini, e per bambini intendo: Bambini, o adulti che vogliono tornare bambini guardando questa pellicola.

In questo nuovo capitolo della saga della bella addormentata – Saga talmente sotto steroidi da poter competere al Mr. Olympia – Malefica è in pace col mondo, c’è un nuovo Re (interpretato da Robert Lindsay), e una nuova Regina (interpretata da Michelle Pfeiffer), Aurora vuole sposare il suo principe azzurro (che ricordiamo si chiama Filippo, e a giudicare dall’acconciatura si è da poco dato al Metal), interpretato da Harris Dickinson, e tutti vivono felici e contenti.
Tutto questo verrà scombussolato dallo sposalizio, che non va genio dalla Regina, e dalla diffamazione gratuita, senza ragione e a sfondo razziale, verso la nostra amata Angel… Malefica.

La sceneggiatura, curata da Micah Fitzerman-Blue, Noah Harpster e Linda Woolverton (Il Re Leone, La bella e la bestia, Alice attraverso lo specchio), è la classica sceneggiatura commerciale strutturalmente perfetta, semplice all’estremo e con personaggi assimilabili a burattini in carne ed ossa che parlano.
Una stima ottimale? Secondo me hanno scritto la sceneggiatura in 15 giorni.
Inoltre ricordiamo che questo è un film Disney, il che significa due cose:
– Totale assenza di carattere e personalità della pellicola.
– La regia di Joachim Rønning (Pirati dei Caraibi – La vendetta di Salazar, Kon-Tiki) è, di conseguenza, totalmente inesistente. Ma non è colpa sua.

Nonostante sia stato diminuito l’accompagnamento sonoro della pellicola durante tutta la durata del film, la colonna sonora si rivela anche questa volta insipida e neanche un po’ originale.
Punto forte, invece, la Cinematografia. 180 milioni di dollari (facciamo 150 contando il cachet della Jolie e qualche spicciolo per gli altri) sotto forma di radure, esserini fatati (c’è ne sono moltissimi nuovi) e effetti visivi di ogni specie e in ogni quantità.

Ma veniamo al dunque… vale la pena vederlo?

Secondo me si.

Non possiamo usare come metro di paragone opere d’autore, o progetti di particolare validità, per film come questo. Ed è per questo che i difetti che ho elencato sopra credo che non minimo, nella maniera più assoluta, il piacere di guardare questa pellicola.
Alla fin fine questa è una storiella leggera e visivamente piacevole. Stop.
Se entro in sala per Maleficent non mi aspetto i dialoghi di Aaron Sorkin, la Cinematografia di Roger Deakins, o delle performance alla Daniel Day-Lewis.
Entro per sprofondare col sedere nella poltrona della sala, davanti a una enorme porzione di popcorn, mentre mi godo un paio d’ore di fiaba fatata.

Le uniche cose veramente fastidiose sono i dialoghi e la conclusione della pellicola.
I dialoghi perché semplicemente non ci sono. Va bene che nel Cinema vale la regola del “mostrare” e del “non spiegare”, ma così è decisamente troppo.
Mentre il finale perché è da vera e proprio soap-opera. Uno strazio.

Una sola cosa ancora non mi è chiara… Come siamo passati dalla pudica Malefica dell’ultimo film, all’attillata Malefica di questo?
Non che mi dispiaccia…