Serpente a sonagli (2019): Recensione

Serpente a sonagli, recensione del film horror/thriller diretto da Zak Hilditch. Disponibile sulla piattaforma Netflix dal 25 ottobre 2019

VOTO MALATI DI CINEMA 6 out of 10 stars (6 / 10)

Zak Hilditch, al suo secondo film marchiato Netflix, ci regala Serpente a sonagli, un Horror/Thriller dal carattere fortemente “diurno”.

Katrina Ridgeway, interpretata da Carmen Ejogo (Selma – La strada per la libertà, Animali fantastici e dove trovarli, True Detective), è in viaggio con sua figlia sull’autostrada, quando ad un tratto buca una ruota. Lei e la figlia scendono dall’autoveicolo per mettere il ruotino, e mentre Katrina sta sostituendo il suddetto ruotino, la figlia viene morsa da un serpente a sonagli (ma davvero?). Fortunatamente c’è una roulotte nei paraggi. Katrina ci entra, e una misteriosa signora – interpretata da Debrianna Mansini (Better Call Saul, Hell or High Water, Frontera) – si offre di curarla, così lei gli affida la bambina e torna a finire di mettere quel dannato ruotino.
Quando ritorna, trova la figlia sul letto della signora meglio di come gliel’aveva lasciata. Letteralmente. Infatti, non ha neanche un segno del morso del serpente.
Per sicurezza, porta in ospedale la figlia, dove nessuno crede sia stata morsa da un serpente.
E a meno di 15 minuti dall’inizio del film, Plot-Point 1: Katrina scopre che deve restituire un anima umana entro l’alba per far sì che la figlia continui a stare bene e non perisca.

Apprezzo molto il fatto che Zak Hilditch abbia ripreso il concetto di “corsa contro il tempo” in questa sua nuova opera, come già fece in These Final Hours – 12 ore alla fine.
Quello che non ho apprezzato è la sceneggiatura, sempre scritta da Hilditch.
Zak ancora non ha sviluppato una scrittura che susciti emozioni e attenzioni, è tutto troppo all’osso, immediato, sembra quasi una prima stesura, il che è molto strano per un regista che si prende sempre i suoi tempi e che non va mai di corsa.
Il minestrone purtroppo accade quando viene a mancare anche l’aiuto di Carmen Ejogo, che in questa pellicola, oltre a non ascoltare gli altri attori, porta una performance spenta e non credibile.
Insomma, una recitazione da film di serie B, che dispiace molto, considerando che è un’attrice magnifica (come nella terza stagione di True Detective, per esempio).

Molto bella la Cinematografia (su IMDb non è accreditato nessuno come DOP) e la scelta di girarlo di giorno. È un approccio innovativo al mondo “dark”, e considerando altri pellicole che hanno fatto lo stesso (come in The Perfection, altra produzione Netflix), è un’innovazione da apprezzare.

Nonostante questo film sia carente sotto aspetti importanti, mi sento di consigliarvelo comunque.
È un film che non si dimentica chi è, e che non tende a scelte ovvie e stupide per compiacere il pubblico, il che è giusto, poiché “la gente non sa cosa vuole finché non glielo mostri”.

La mia interpretazione del film?
Katrina ha incontrato il diavolo…