Io e il secco (2023): Recensione

io e il secco

Io e il secco (2023): Recensione

Io e il secco, recensione del film diretto da Gianluca Santoni. Uscito nelle sale il 23 Maggio 2024.

VOTO MALATI DI CINEMA 7 out of 10 stars (7 / 10)

Quando un bambino prende la tua mano e la stringe a sé non ci sono più paure impossibili da affrontare, non esistono più pericoli che non si possano sconfiggere. Quando un bambino ci consegna la sua totale fiducia si è in grado di affrontare qualsiasi sfida, sopportare qualsiasi circostanza. Denni con la i è un piccolo grande uomo che vede la violenza nella sua famiglia, ha un padre che sfoga la sua rabbia e la sua frustrazione sulla moglie dolce e remissiva e non si accorge che sta allontanando da sé anche il figlio che lo odia e medita vendetta. Denni vorrebbe liberare la madre dall’oppressore che li fa vivere privandoli ogni giorno dell’armonia familiare, ingrediente indispensabile per stare bene.
 
L’occasione per restituire a quel padre padrone il male che ogni giorno è costretto a subire, schermato da una madre succube e incapace di reagire, arriva da una compagna di banco che ingenuamente ma, anche per vantarsi scioccamente, gli rivela che suo cugino è un killer anzi un super killer.
 
In realtà il Secco è un buono costretto a vivere una vita di disagio, a convivere con un fratello più grande agli arresti domiciliari, ed è quasi padre di un figlio concepito per sbaglio ma al quale vorrebbe regalare un genitore migliore di quello che potrebbe essere lui. Denni e il Secco sono una strana coppia ma si capiscono al volo e si uniscono sempre più. Il loro legame speciale sfiderà tutto e tutti e non riuscirà a spezzarsi neanche per mano di un destino che si mette di traverso.
 
Il regista Gianluca Santoni, attraverso dialoghi pieni di sentimento, primi piani intensi che colgono le minime espressioni facciali e i turbamenti che i personaggi affrontano, ci regala una storia di formazione al contrario dove i buoni non sono tanto buoni e i cattivi non sono troppo cattivi. Bravissimi gli attori protagonisti. Andrea Lattanzi (il Secco) e Francesco Lombardo (Denni), con estrema naturalezza, ci trasportano in un dramma esistenziale fatto di sopruso, violenza domestica, assenza di vero amore, trascuratezza, sciatteria e dopo una serie di avvenimenti che cambieranno per sempre le vite di tutti ci accompagnano verso la salvezza per un futuro che ha i colori chiari di una nuova alba. Un figlio può salvare un genitore solo quando quest’ultimo capisce che per il bene di entrambi non si può più fare finta di niente. Un film che aiuta a metabolizzare che il vero cambiamento può arrivare solo da noi stessi e non possiamo sfuggire al carnefice se continuiamo ad esserne vittime consapevoli. Barbara Ronchi si conferma ancora una volta padrona di un registro drammatico che viene esplorato nella sua interezza e si mescola con efficacia all’interpretazione sincera e intensa di un giovanissimo Francesco Lombardo che è alla sua prima prova attoriale e all’efficace interpretazione di un Andrea Lattanzi anch’egli efficace nell’incarnare un personaggio che ha mille sfaccettature. La colonna sonora affidata quasi esclusivamente al brano  “Sere nere” di Tiziano Ferro è il leitmotiv dolce che accompagna i momenti topici della narrazione scandendo sia il punto di massima distensione, quello più drammatico e quello finalmente rappacificatore al pari di una cerniera che tiene insieme i lembi di una storia nera che può ambire ad un futuro roseo con il coraggio di chi sa di non avere più nulla da perdere.