VOTO MALATI DI CINEMA (6 / 10)
Anche in questo secondo capitolo viene sfruttata l’idea originale che tanto aveva contribuito al successo del primo film. E’ sempre presente la stessa maledizione che si passa per contagio quando si assiste ad un atto autolesionistico e il sorriso che appare inquietante sul volto della vittima un attimo prima di spirare è il segnale che il dramma è ormai compiuto e la maledizione si è già impossessata di qualcun’altro.
In questo sequel la storia si concentra prevalentemente sulla vita di una giovane cantante pop che cerca di riabilitare la sua carriera dopo un passato difficile fatto di dipendenze. Convive con il trauma della perdita del fidanzato, avvenuto in un terribile incidente d’auto, che ha lasciato in lei sia cicatrici fisiche dolorose che traumi psicologici profondi.
Il film ha un ritmo serrato e ben orchestrato dal punto di vista del montaggio che collega i vari punti contribuendo a non lasciare troppe zone grigie poco comprensibili sebbene il piano della realtà sia costantemente posto a confronto con quello dell’irreale seguendo le innumerevoli allucinazioni visive e uditive della protagonista che si perde all’interno di un labirinto che si fa via via più fitto e intricato e, in alcuni passaggi, rischia di trascinare lo spettatore che si sente disorientato e incapace di discernere a pieno fra i due mondi.
Il film ripropone tutti i cliché tipici del racconto horror sfruttandoli in modo parossistico. È intessuto di sequenze che ripropongono una serie lunghissima di jumpscare che si fanno ad un certo punto troppo ripetitivi e dalla presenza cadenzata e ossessiva come se non se ne potesse proprio fare mai a meno.
Un plauso va sicuramente all’attrice protagonista Naomi Scott, credibile nel doppio ruolo della popstar intenta a rilanciare la sua carriera lontana dagli eccessi autodistruttivi e tenendo alla larga i tanti demoni mai sopiti completamente ma anche molto centrata nel restituire la storia di una giovane donna costantemente in bilico fra ricerca di successo pubblico e riabilitazione personale minata da continue ricadute psicologiche pesanti che la lasciano sempre più spossata e in preda a deliri.
Smile 2 è un film che cavalca l’enorme successo ottenuto con il primo film ma che non riesce fino in fondo ad essere all’altezza delle sue ambiziose mire concentrandosi troppo sullo schema temporale di innesco e sviluppo della maledizione non riuscendo a trovare una via di uscita originale per dare al racconto una sferzata di novità ma rassegnandosi ad incastrarlo nelle stesse dinamiche che lo appesantiscono stancando lo spettatore.