Er Più Storia d’amore e di coltello (1971): Recensione

Er Più Storia d’amore e di coltello, film del 1971 diretto da Sergio Corbucci

VOTO MALATI DI CINEMA 6.5 out of 10 stars (6,5 / 10)

Nino Patroni detto er Fanello (Adriano Celentano) è il “Più” di Borgo, ovvero colui che difende il quartiere, una specie di boss dei giorni nostri ma senza le problematiche “sporche” di adesso.
Come era d’uso nella Roma di fine ‘800-inizio ‘900 ogni quartiere aveva un capo, responsabile della gestione del Rione e delle varie rivalità con le altre zone.

L’uso del coltello era frequente, per vari motivi e problemi, grossi e piccoli non aveva differenza. Spesso ci si scontrava per motivi sentimentali -per contendersi una donna- e questo è proprio il caso del protagonista, fidanzato e futuro sposo della bella Rosa Turbine (Claudia Mori), corteggiata però da Augustarello Di Lorenzo (Gianni Macchia), fratello di Bartolo (uno straordinario Maurizio Arena), er Più di San Giovanni.
Per questo motivo i dispetti e le risse sono all’ordine del giorno, con la forza pubblica spesso chiamata in causa per placare gli animi, senza però evitare l’imminente tragedia…

Nel 1972 è stato girato un sequel dal titolo Storia di fifa e di coltello Er seguito d’er Più con protagonisti Franco Franchi e Ciccio Ingrassia

Avevamo già avuto modo di vedere Celentano cimentarsi in un dialetto del centro-Italia (nel film Serafino, dove interpretava un pastore Abruzzese o Marchigiano, è difficile dirlo), e nonostante fosse una pellicola a metà dal dramma e la commedia, quello che ne è uscito fuori è un personaggio simpatico e frizzante, cosi come nel film Er Più e nel successivo Rugantino, vero trionfo di critica e pubblico.

L’ambientazione di una Roma vecchio stile è nostalgica e favolosa, caratterizzata da personaggi che ben si amalgamano con la storia che interpretano alla perfezione i rispettivi ruoli. Bravissimi Vittorio Caprioli nella parte di Er Cinese, spia del quartiere che avrà una posizione importantissima nella pellicola e Ninetto Davoli nel ruolo di Totarello, cognato di Nino er Fanello.
Un film che fa vivere la città come non l’avevamo mai vista in una sorta di viaggio nel tempo che ci catapulta in un mondo senza tecnologie, dove si campava con poco ma bastava un bicchiere di vino, gli amici e l’onore.