Tre manifesti a Ebbing, Missouri (2017): Recensione

Tre manifesti a Ebbing, Missouri, recensione del film diretto da Martin McDonagh nel 2017 con protagonista Frances McDormand.

VOTO MALATI DI CINEMA 8.5 out of 10 stars (8,5 / 10)

Osannato a Venezia durante la 74sima edizione del Festival e candidato a ben sette premi Oscar, Tre manifesti a Ebbing, Missouri (titolo originale: Three Billboards Outside Ebbing, Missouri), scritto e diretto da Martin McDonagh, è un affresco cinico e spietato di alcune realtà americane, dipinte spesso dai media come retrograde e cariche di pregiudizi, raffigurazione che non risparmia nemmeno questa pellicola.
Frances McDormand è Mildred Hayes, una donna disperata che chiede inutilmente giustizia dopo aver perso la figlia in modo brutale, stuprata e assassinata. Il caso irrisolto porta Mildred ad affiggere tre frasi su alcuni manifesti:

“Stuprata mentre stava morendo” “E ancora nessun arresto” “Come mai, Sceriffo Willoughby?”
“Raped while dying” “And still no arrests?” ”How come, chief Willoughby?”

 

L’accusa verso la Polizia è forte e diretta, criticata da Mildred di incompetenza e negligenza. Lo Sceriffo Willoughby (Woody Harrelson) sembra avere le mani legate e cerca di spiegare a Mildred la difficoltà del caso, ma la rabbia, giustificata, della donna, porta a una spirale di eventi ampliata dai forti caratteri dei personaggi, uno su tutti l’agente Jason Dixon (Sam Rockwell), alcolizzato, razzista e omofobo.

Tre manifesti a Ebbing, Missouri, è caldo come le circostanze vissute dai personaggi. I forti colori e l’infuocata ambientazione ben si amalgamano con lo stato d’animo della protagonista Frances McDormand, carica di furia e sdegno per quanto accaduto.
Il cineasta britannico Martin McDonagh, tornato dietro la macchina da presa cinque anni dopo 7 psicopatici, scrive e dirige un’opera meno dinamica dei due precedenti lungometraggi (In Bruges e 7 psicopatici) ma dalla maggiore intensità. Non mancano i feroci attacchi alle istituzioni, alla Chiesa e soprattutto all’essere umano, elementi però non del tutto irrecuperabili secondo la visione del regista.

frances mcdormand

Frances McDormand (già Premio Oscar nel 1997 per Fargo e candidata per questo film come miglior attrice protagonista) regala la solita prestazione ad alti livelli. Col suo fare compassato ma carico di impeto conferma di essere tra le attrici migliori di tutti i tempi, di un’umiltà recitativa straordinaria, dotata di un immenso talento artistico e dalla potenza unica. Anche le due parti maschili riscontrabili in Woody Harrelson e Sam Rockwell (entrambi nominati agli Oscar per la categoria miglior attore non protagonista) offrono una prestazione maiuscola in ruoli difficili e tormentati.

Tre manifesti a Ebbing, Missouri, risulta essere un film da 5 stelle grazie alla bruttezza dei temi trattati, amplificati in maniera magistrale dalla perfetta lavorazione tecnica e recitativa.