Il Giustiziere sfida la città (1975): Recensione

“Il Giustiziere sfida la città” (1975)
Regia: Umberto Lenzi

VOTO MALATI DI CINEMA 7.5 out of 10 stars (7,5 / 10)

Rambo è un tipo solitario, non è ben definita la sua indole ma senza dubbio ha tanti nemici nella malavita organizzata e nella criminalità. Persona dal carattere indipendente e molto anarchico eccelle in tutto ciò che fa, specialmente nell’uso delle armi dove è un autentico mago.

Di ritorno a Milano passa a trovare Pino e la sua famiglia, a cui è molto legato. L’amico ora lavora nella vigilanza privata e chiede a Rambo di collaborare con lui, ma il protagonista disinteressato non accetta.
Pino Scalia è un poliziotto privato con fame di successo, e a costo di lavorare su un difficile caso riguardante un sequestro di persona viene ucciso, scatenando in Rambo furiosa rabbia e voglia di vendetta.
Sfruttando a suo favore le malvagie conoscenze mafiose e mettendo in mostra la sua furbizia e il talento decide di salvare il piccolo rapito praticamente da solo…

Tomas Milian, fantastico nel ruolo di Rambo, non ha scelto il nome del protagonista per caso, anzi.
Rimanendo colpito dal libro di David Morrell aveva in mente di girarne un film molti anni prima di Sylvester Stallone, ma visti i tanti rifiuti da parte dei produttori alla fine si è “accontentato” di prendere come caratteristica solamente l’appellativo e l’arte del combattimento.

Il giustiziere sfida la città è un buon poliziesco girato in maniera sapiente da Umberto Lenzi, regista completo e tra i padri di questo genere.
Ottime e ben curate le scene degli inseguimenti e delle sparatorie con le musiche di Franco Micalizzi ad accompagnare ogni singola ed adrenalinica sequenza.

Ovviamente è una di quelle pellicole da collezione che è sempre un piacere rivedere.
Tomas Milian, che ancora non aveva mai vestito i panni der Monnezza, è doppiato da Ferruccio Amendola senza l’uso di alcun dialetto specifico.

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