Scambio a sorpresa (2013): Recensione

Scambio a sorpresa, recensione del film diretto da Daniel Schechter nel 2013 tratto da Life of Crime, romanzo scritto da Elmore Leonard nel 1978

VOTO MALATI DI CINEMA 6 out of 10 stars (6 / 10)

Siamo negli anni ‘70 e Detroit è già considerata da tempo una delle città con il maggior tasso di criminalità della nazione.
Ordell e Louis progettano il rapimento di Mickey Dawson (Jennifer Aniston), moglie di Frank (Tim Robbins), ricco imprenditore edile. Nonostante la buona riuscita del “colpo” un susseguirsi di eventi casuali ostacolano l’esito dell’operazione, mettendo a repentaglio la vita di Mickey.

Scambio a sorpresa è tratto dal crime novel Life of Crime (anche titolo originale della pellicola) scritto da Elmore Leonard nel 1978.
Particolarità principale del film è la presenza dei personaggi di Ordell Robbie (Yasiin Bey) e Louis Gara (John Hawkes), nomi conosciuti per aver preso parte all’avventura Tarantiniana Jackie Brown del 1997. Scambio a Sorpresa, essendo stato scritto prima di Rum Punch (il romanzo che ha dato vita a Jackie Brown è infatti del 1992), mostra l’inizio della collaborazione criminale tra i due.
Se la personalità dell’Ordell Robbie di Samuel L. Jackson è simile a quella che si vede in Scambio a Sorpresa, l’esatto contrario troviamo nel personaggio di Louis Gara che in questa trasposizione cinematografica appare benevolo e comprensivo a differenza di quello pazzo e sciroccato interpretato da Robert De Niro in Jackie Brown.

life of crimeNonostante il bel taglio Pulp che ci offre la pellicola, l’interpretazione ottima da parte di tutto il cast dove sale in cattedra la prestazione di Mark Boone Junior nei panni di Richard, squilibrato nazista complice dei due protagonisti, la fluida regia e l’ottima ambientazione, c’è qualcosa che non va e che rende il prodotto non all’altezza del romanzo.
La mancanza di un ritmo elevato soprattutto nei momenti di potenziale svolta rendono incompleto un film dalla buona struttura ma poco incisivo.
La sufficienza è comunque pienamente meritata con una Jennifer Aniston a suo agio nei panni della moglie triste e vittima degli eventi e un Tim Robbins incredibilmente somigliante al Biff Tannen della Trilogia di Ritorno al Futuro nell’aspetto e nei comportamenti.

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