127 ore (2010): Recensione
127 ore, recensione del film diretto da Danny Boyle nel 2010 con protagonista James Franco che racconta la disavventura vissuta da Aron Ralston
VOTO MALATI DI CINEMA (7 / 10)
Il primo aggettivo che viene in mente subito dopo aver visionato 127 ore (titolo originale: 127 hours) è: “pazzesco”.
La pellicola racconta la reale avventura/disavventura di Aron Ralston, un alpinista statunitense che nel 2003 è rimasto intrappolato con un braccio tra le rocce per ben 127 ore, disperso nelle montagne dello Utah. Durante questi agonizzanti e infiniti minuti ripensa a tutta la sua vita e agli sbagli commessi, intervallati da flashback reali e non.
E’ un film in cui è impossibile non immedesimarsi nel protagonista, assimilando appieno quei momenti difficili e strazianti vissuti da Aron Ralston, interpretato alla perfezione da un ottimo James Franco.
La regia è degna del nome di Danny Boyle, fantastico per tutti i novanta minuti della pellicola e non solo. Dietro alla buona riuscita del film c’è stato infatti un lavoro certosino e meticoloso in cui è stato possibile creare non solo un’impeccabile visuale esterna, ma soprattutto il personaggio principale e le sue varie sfaccettature.
Fotografia e ambientazione sublime; è sempre bello vedere rocce cosi maestose e deserte, definibili come l’antagonista del film.
“Ho trovato un bel laccio emostatico…”
Essendo una storia realmente accaduta, la recensione è stata sintetizzata nella trama il più possibile. Il consiglio che posso dare a voi che leggete questo articolo è di non guardare il trailer e gustarvi il film secondo dopo secondo, godendo così appieno -anche se è brutto dirlo- il dramma vissuto da Aron Ralston in quelle interminabili 127 ore.
Durante quelle ore di agonia, Aron Ralston ha girato un video-diario di cui la maggior parte non mostrata su pellicola. Solamente James Franco e Danny Boyle hanno potuto visionare quei minuti a noi misteriosi in modo tale da carpire meglio lo stato d’animo di Ralston, rimanendone molto colpiti.
Cillian Murphy era la prima scelta di Danny Boyle per interpretare il ruolo del protagonista (i due avevano già collaborato nel film 28 giorni dopo). Anche Shia LaBeouf era stato preso in considerazione per la parte.
Sono state ben sei le nomination all’Oscar per questo film.