Thor: Ragnarok (2017): Recensione

Thor: Ragnarok (2017), recensione del film diretto da Taika Waititi, con Chris Hemsworth, Tom Hiddleston, Cate Blanchett, Idris Elba e Jeff Goldblum

VOTO MALATI DI CINEMA 5 out of 10 stars (5 / 10)

Per la Marvel non è difficile fare cinecomic d’intrattenimento divertenti, ma al tempo stesso commoventi. Un esempio lampante è Guardiani della Galassia Vol. 2: ricchissimo di battute, ma con il finale strappalacrime di Yondu.

Il regista Taika Waititi di Thor: Ragnarok (2017), invece, ha completamente sbagliato su ogni fronte. Fin dai trailer era evidente il tono fortemente “galaxiano” del film: grandi risate, musiche cult anni ’70, atmosfere coloratissime. Tutti elementi perfetti per Guardiani della Galassia perchè la pellicola nasce con questo intento. Mentre i precedenti standalone del dio del tuono avevano un taglio molto chiaro e preciso, ovvero quello del dramma familiare shakespeariano, incarnato nel rapporto tra Thor e Loki ma anche con Odino (qui liquidato come spazzatura).

Tutto ciò che aveva caratterizzato l’eroe norreno in questi anni è stato completamente distrutto in poche ore di pellicola, poichè ci troviamo di fronte a una vera e propria parodia del personaggio. Durante la fine di Asgard (Ragnarok) nessuno sembra prendere sul serio la situazione, al punto che tutte le patetiche battute ammazzano ogni lontano tentativo di costruire tensione. La risata è lecita in un film d’intrattenimento, ma ridere per due ore intere annoia e stanca anche lo spettatore più audace.

Tutti i protagonisti della storia sembrano vivere una enorme parodia di loro stessi, da Hulk a Banner

Al livello di sceneggiatura la situazione è ancora più tragica. Si inizia con una trama (Thor che cerca di scoprire come fermare Ragnarok) e poi si apre improvvisamente un’enorme parentesi narrativa di 40 minuti, tutta costruita su chi sarà il misterioso gladiatore avversario dello “Zio del Tuono”. Situazione piuttosto inutile visto che l’intera campagna pubblicitaria è stata basata sulla presenza di Hulk nel film. Poi, conclusa questa perdita di tempo, si torna al Ragnarok la cui importanza iniziale viene sminuita dall’ennesimo cattivo tirato fuori dal cilindro (seppur Cate Blanchett sia magnetica in ogni scena) e da accompagnamenti musicali assolutamente inappropriati al personaggio.

Tutti i protagonisti della storia sembrano vivere una enorme parodia di loro stessi, da Hulk a Banner (terribilmente sacrificati) e dalla Valkiria ubriaca (ridicola) a un Loki sprovveduto (inaccettabile errore). Un film che basa la sua trama su 3 colpi di scena, due dei quali sono stati spoilerati nel trailer: la distruzione del martello e la presenza di Hulk.