L’amour violé: torna nella versione restaurata in DVD il film della regista Yannick Bellon
L’amour violé (1978)
Il caso. Mentre tutto il mondo del cinema sembra travolto da scandali a sfondo sessuale, è arrivato il momento per riscoprire la storia dimenticata della regista Yannick Bellon e ricordare che ci sono state grandi artiste che, senza scendere a compromessi, hanno portato sullo schermo le proprie storie in una chiave personale e orgogliosamente femminista. Parliamo infatti di un caso quasi unico di donna regista attiva per oltre 50 anni, che nel suo cinema ha sempre trattato tematiche scottanti e in anticipo sui tempi, dall’usura della coppia alla prostituzione. Un’autrice che non soltanto ha raccontato per prima la violenza sia fisica che psicologica verso le donne, ma ha anche rifiutato gli umilianti meccanismi di potere dell’industria cinematografica, proponendo un nuovo modello di produzione indipendente al femminile.
Il film. Il più grande successo della Bellon resta L’amour violé (1978), film-scandalo che per primo racconta una violenza di gruppo su di una giovane donna. Oltre a portare sullo schermo uno stupro con realismo quasi insostenibile, la regista indaga anche tutto quello che ruota intorno a questo orrore: i silenzi, il rifiuto delle persone care e le meschinità degli uomini. Senza tacere i limiti del sistema giudiziario, il film sostiene però la necessità di denunciare a ogni costo gli aggressori, con una presa di coscienza dei propri diritti che diventa anche atto di liberazione. La materia trattata, nella sua incandescenza, ha trasformato il film in una pietra miliare del cinema di denuncia, ottenendo grande successo sia in Francia che in Italia.
Torna restaurato il film della regista francese Yannick Bellon, che per prima ha raccontato il tema della violenza sulle donne
Il retroscena. Come racconta la Bellon: «All’inizio fu molto difficile. Avevamo girato tutta Parigi senza trovare un produttore interessato al progetto. Ma c’era Claude Lelouch, che aveva apprezzato i miei primi film e un giorno mi aveva detto che se avessi avuto bisogno di aiuto avrei potuto chiedere a lui. Mi disse che in quel momento non poteva produrlo, ma mi regalò della pellicola. Fu questo gesto a incoraggiarmi, per cui partii per Grenoble e girai in montagna tutta la sequenza dello stupro. Era una scena scandalosa ma profondamente realistica, senza nessuna intenzione di spettacolizzare i fatti. Non avevamo mezzi, per cui fu tutto molto complicato, ma con quel materiale girato trovai finalmente un distributore disposto a partecipare alle spese di produzione. Era il primo film a denunciare una situazione del genere e a prendere una posizione forte in merito: persino nelle famiglie delle vittime spesso c’era la tendenza a voler dimenticare, senza capire che una donna porterà per tutta la vita i segni di quella violenza. Uno stupro non è mai un dramma individuale, è un crimine che va imputato a tutta una società».
La regista. Yannick Bellon è stata definita “la Virginia Woolf del cinema europeo” proprio per la sua capacità di analizzare con grande attenzione e sensibilità quegli aspetti intimi della realtà quotidiana che mai si erano visti sul grande schermo. Figlia della fotografa surrealista Denise Bellon, Yannick Bellon debutta a soli 23 anni con il documentario Goémons (1947), premiato alla Mostra di Venezia, a cui faranno seguito altri cortometraggi incentrati soprattutto su figure femminili fuori dagli schemi, come il film-ritratto sulla scrittrice Colette (Colette, 1951). Nel 1972 la regista debutta nel lungometraggio, dove continua a esplorare tematiche sociali attraverso un’ottica inedita e provocatoria, con titoli come Una donna… una moglie (1974). L’ultimo film realizzato è un ritorno al documentario, Le souvenir d’un avenir (2001), realizzato in collaborazione con il grande sperimentatore Chris Marker (La jetée) e dedicato all’opera di sua madre Denise Bellon.
L’evento. Oggi, a quarant’anni esatti dalla prima uscita, L’amour violé resta purtroppo un film più attuale che mai, e proprio per questo viene riproposto al pubblico italiano in una versione restaurata e per la prima volta integrale. Con la speranza che ancora una volta il film possa innescare un dialogo per una rinnovata presa di coscienza del problema della violenza sulla donne. Il film è disponibile in DVD dall’8 marzo, accompagnato da contenuti speciali (intervista alla regista, documentario Goémons), e sarà inoltre proiettato a Roma presso il Cinema Trevi il 16 marzo, all’interno di una giornata a ingresso gratuito dedicata a Yannick Bellon, durante la quale saranno presentati anche Colette e Le souvenir d’un avenir. Distribuiti da Shockproof, i film resteranno poi a disposizione di quanti vorranno programmarli, anche all’interno di percorsi didattici.