Possum (2018): Recensione
Possum, recensione del film diretto da Matt Holness con protagonista Sean Harris. Uscito nelle sale britanniche il 26 ottobre 2018
VOTO MALATI DI CINEMA (7,5 / 10)
Il destino di Philip, burattinaio dal passato difficile, arriva ad un punto di svolta quando decide di tornare al suo paese di origine e alla sua vecchia casa di infanzia, dove adesso vive suo zio Maurice. Philip vuole liberarsi una volta per tutte del suo pupazzo Possum, rappresentato come un aracnide dal volto semi-umano, che sembra avere una sorta di influenza maligna su di lui. Ma ben presto scoprirà che liberarsi di quell’orribile fantoccio non sarà affatto un’ impresa semplice…
Primo lungometraggio dell’inglese Matthew Holness, Possum è una pellicola difficilmente catalogabile in un genere ben preciso, in quanto contiene sfumature di diversa natura: dal drammatico all’horror passando per il thriller psicologico. E’ un film che richiede una certa dose di attenzione e che ha bisogno del suo tempo per essere assimilato. La narrazione è totalmente incentrata sul protagonista, che appare sempre turbato psicologicamente e che nutre un rapporto profondamente morboso con il suo pupazzo, dal quale tenta continuamente di staccarsi senza mai riuscirci, perché puntualmente il fantoccio torna da lui, come se fosse dotato di vita propria. A questo quadro si aggiunge anche lo Zio Maurice, personaggio strano e ambiguo che sembra voler continuamente rivangare il passato doloroso di Philip.
La realizzazione della creatura, Possum, è piuttosto inquietante e ben riuscita, capace di trasmettere un vero senso di angoscia, lo stesso senso che permea tutta la pellicola.
I risvolti psicologici sono molteplici e non di facile lettura, ma sono fondamentali per riuscire a cogliere a pieno il vero senso del film. Possum è un vero e proprio viaggio di espiazione, che vede il suo protagonista costretto a fare i conti non soltanto con i pericoli provenienti dall’esterno, ma anche con i suoi demoni interiori.
Molto azzeccate le location sperdute e minimali, che contribuiscono a rappresentare bene quella sensazione di solitudine e desolazione, dalla quale sembra non esserci scampo.
Menzione obbligatoria per la prova attoriale di Sean Harris, che si immedesima perfettamente nel personaggio di Philip, mettendoci anima e corpo nel vero senso della parola. Semplicemente perfetto.
In definitiva Possum è un’ottima opera, capace di spaventare e far riflettere al tempo stesso. Un film intelligente e ben dosato, che lascia ben sperare per i prossimi lavori del regista.