Arma letale 3 (1992): Recensione

Arma letale 3, la recensione del terzo capitolo della saga poliziesca diretta da Richard Donner ed interpretata dalla coppia di sbirri più famosa del grande schermo, Mel Gibson e Danny Glover. Uscito nelle sale statunitensi il 15 maggio 1992

VOTO MALATI DI CINEMA 8 out of 10 stars (8 / 10)

Nel 1992 Richard Donner riunisce lo squadrone della saga di Arma letale per il terzo capitolo dedicato alla coppia di sergenti più esplosiva del cinema. Con “Arma letale 3” tornano il produttore Joel Silver, i creatori della colonna sonora marchio di fabbrica del franchise, Michael Kamen, David Sonborn ed Eric Clapton, mentre i personaggi di Martin Riggs e Roger Murtaugh vengono rimaneggiati dallo sceneggiatore Jeffrey Boam, reduce degli script di “Ragazzi perduti” e “Indiana Jones e l’ultima crociata”. Il terzo capitolo vede tornare anche “quel bravo ragazzo” scorsesiano di Joe Pesci nel ruolo del logorroico Leo Getz, stavolta in tenuta di agente immobiliare platinato fin troppo sincero, intento a vendere la casa dei Murtaugh senza riuscirci. Situazione che servirà su un piatto d’argento una delle tante gag spassose tipiche della saga di Donner e, che già in questo terzo capitolo, la fanno da padrone.

“Tak… Visto?! Tutto fatto… Roger…” – “Sì…?” – “Agguanta il gatto!!”

Arma letale 3” inizia col botto. Nel vero senso del termine. Riggs trascina Murtaugh nel parcheggio interno di un edificio, dove c’è posteggiata un’auto munita di una bomba ad alto rischio “Gattastrofe”. Per un taglio di filo sbagliato, il palazzo esplode e i due sergenti vengono retrocessi ad agente semplice a otto giorni dalla sospirata pensione di Murtaugh, durante i quali i nostri eroi dovranno fare i conti con Jack Travis (Stuart Wilson): uno spietato ex poliziotto che ha fatto fortuna con il traffico di armi e soprattutto con delle particolari pallottole perforanti, dette anche “ammazza sbirri”. I due agenti pizzicano uno dei suoi tirapiedi in un inseguimento dalle tinte comiche, con Roger bersagliato dalle avances della paffuta Dolores, e riottengono i loro gradi dopo aver fatto la conoscenza di Lorna Cole (Rene Russo), una tostissima agente della disciplinare che toglie il caso dalle mani di Riggs e Murtaugh senza dare troppe spiegazioni. Ma Riggs non ci sta e, senza tante smancerie, convince Lorna a fare squadra con lui, cosa che li porta ad avvicinarsi rapidamente durante un’ammiccante “sfida delle cicatrici”, mentre il povero Roger viene colpito da un dramma inaspettato a soli tre giorni dalla pensione. Durante un conflitto a fuoco, il sergente uscente purtroppo uccide un amico di suo figlio Nick, armato di mitra dallo stesso Travis. I due sbirri riusciranno a scovare il feroce poliziotto disertore anche grazie all’ampia rosa di conoscenze di Leo Getz, e ci condurranno tra le fiamme pirotecniche dello scontro finale, dopo il quale Roger decide di rinviare il suo pensionamento a data da destinarsi.

In un giorno qualunque io ti spaccherei la faccia. E sai che giorno è oggi? Un giorno qualunque!”

Arma letale 3” abbandona quasi totalmente i toni drammatici per fare strada a quel lato comedy che dominerà del tutto il quarto capitolo, riuscendo comunque ad essere un film avvincente e carico d’azione, con Riggs che sembra ormai aver perso quel lato schizzato che lo caratterizzava nei due film precedenti. Questo è anche l’unico capitolo della saga in cui non menziona mai la sua defunta moglie, ed anzi, lo vediamo incontrare una donna che sembra fatta apposta per lui, munita di distintivo e perfettamente in grado di difendersi da sola, pronta a tenere testa a cinque omaccioni grandi e grossi. Praticamente la sua versione in gonnella, meno impulsiva ma testarda e intuitiva quanto lui. Due calamite attratte l’uno dall’altra, con quell’antipatia reciproca tipica di chi si è piaciuto al primo sguardo.

La vuoi sapere una cosa? Tu sei una che non sa perdere…”

Arma letale 3” ci regala anche una bella dose di adrenalina con esplosioni ed inseguimenti spettacolari. Uno nello specifico è davvero macchinoso e coinvolgente, iniziato in metropolitana, per poi terminare con Riggs che, a tutta velocità in sella alla moto della polizia, precipita da un viadotto. Fortunatamente a rimetterci sarà solo la famosa spalla che, come sempre, torna a posto con le buone maniere. Inoltre, nel terzo capitolo abbiamo l’onore di vedere Roger Murtaugh davvero imbestialito nella sequenza in cui attacca al muro un paio di malviventi e gli infila un mitra direttamente sotto il naso. Una rara ed elettrizzante performance di Danny Glover all’interno della saga che, diciamolo, non ci è dispiaciuta per niente.

Con “Arma letale 3” si avverte anche il passaggio dagli anni ’80 ai ’90, i famosi anni in cui cominciarono ad insinuarsi nel cinema il politicamente corretto e la censura. Infatti in questo film c’è Riggs che cerca di smettere di fumare masticando dei biscotti per cane, e viene fatto uso di un linguaggio sempre sboccato ma decisamente meno farcito di quei termini che via via negli anni non sentiremo più pronunciare in nessun film. Il terzo capitolo di Arma letale è inoltre una delle pellicole pioniere della scena aggiuntiva dopo i titoli di coda. Un film che finisce un po’ come era iniziato, chiudendo quel cerchio di bombe da disinnescare che ricordano vagamente il terzo capitolo di Die Hard, approdato nelle sale solo tre anni più tardi.

Arma letale 3” perde un po’ di quel tocco magico tipico dei suoi predecessori, ma ciò nonostante rimane un sequel di tutto rispetto, che riesce a divertire e a tenere vivo l’interesse del pubblico dall’inizio alla fine. Un blockbuster ancora molto amato e adatto a tutti, specialmente alla numerosa famiglia di nostalgici che hanno assistito alla nascita di film come questo.