Il sacrificio del cervo sacro (2017): Recensione

Il sacrificio del cervo sacro, recensione del film diretto da Yorgos Lanthimos. Uscito nelle sale cinematografiche statunitensi il 20 ottobre 2017

VOTO MALATI DI CINEMA 8 out of 10 stars (8 / 10)

“Cause we got the fire and we gonna let it burn”

Significativa la scena in cui la giovane e ingenua Kim (Raffey Cassidy) canta questa canzone.

Il sacrificio del cervo sacro riflette esattamente queste parole. Notiamo che è una colpa che brucia lentamente in un climax che esplode in un vero e proprio incendio.
Anche se può essere qualcosa di già visto, Lanthimos non imita né l’autore, né alcun film. La musica gioca un ruolo fondamentale ai fini della pellicola.
La colonna sonora di Gyorgy Ligeti esprime un desiderio di spiritualità e introspezione psicologica.

Tuttavia, la storia del film racconta la rappresentazione dell’antica tragedia greca di Ifigenia, figlia di Agamennone, che accetta di essere sacrificata alla dea Artemide per placarla in modo da cambiare il vento, per permettere alla flotta greca, bloccata nel porto dai venti avversi, di partire per assediare Ilio.

La famiglia di Steven (Colin Farrell) è stata colpita da una maledizione per l’uccisione di una paziente da parte sua. Il figlio della paziente ha lanciato una maledizione sulla famiglia di Steven e l’unico modo per romperla è sacrificare un membro della sua famiglia. Ma in questa storia non ci sono eroi, perché Steven non è in grado di assumersi le proprie responsabilità, dimostrandosi inetto e incapace di agire.

Le cause della maledizione non vengono spiegate perché tutto è una metafora per dimostrare che quando sbagliamo non esiste alcun perdono, ma solo una punizione.