Kenneth Branagh e il suo Poirot


Questa sarà una recensione non su di un film in particolare, ma su di un particolare personaggio!

Chiunque abbia visto Assassinio sul Nilo o Assassinio sull’Orient Express, non può non aver ammirato ed apprezzato il taglio diverso e particolare offerto da Kenneth Branagh al suo particolarissimo Poirot – anzi dovrei dire Sir Kenneth Charles Branagh.

Missione direi non semplice soprattutto perché si tratta di interpretare, anzi re-interpretare, re-inventare cercando di dare una nuova luce, nuova linfa, ad un qualcosa che potremmo aver visto diverse volte nel corso degli anni (svariate ed innumerevoli nel mio caso perché sono un’amante ed un’appassionata del genere, ma questo non ha importanza ed è un altro discorso…).

Differente ad esempio da quello offerto da David Suchet o da Peter Ustinov, dove ognuno di questi formidabili e bravissimi attori è riuscito magistralmente ad offrire un particolare aspetto dell’investigatore belga, di questo personaggio buffo, particolare, acuto, intelligentissimo, dove ognuno di loro è riuscito ad offrire e regalarcene una visione sempre differente sotto una diversa angolazione ogni singola volta.

David Suchet ha donato al personaggio intelligenza, acume, sottolineandone l’aspetto senz’altro geniale, goloso, enfatizzandone la maniacalità, mentre Peter Ustinov invece ne ha fornito una versione sì sempre intelligente, geniale, acuta, ma anche incredibilmente buffa, rimarcando e donando un aspetto più spiritoso, allegro, quasi leggero al personaggio.

Inoltre David Suchet sembra quasi imperscrutabile, dove niente può turbarlo o scalfirlo, quasi corazzato alle brutture del mondo e sembra anche essere isolato da esse.

E il Poirot di Sir Kenneth Charles Branagh è sicuramente sempre acuto, intelligente, geniale, maniacale e goloso, ma a questo si aggiungono carisma, fascino, creandone una versione carismatica, affascinante, charmant, appassionata, ma anche più umana, anche ferita, e a tratti vulnerabile, ma pur sempre lucido e presente.
Un Poirot che senza dubbio sarebbe piaciuto persino alla penna che ha deciso di portarlo alla luce, sto parlando della maestra e regina del giallo, l’unica e sola Agatha Christie, che non ha mai nascosto la sua profonda antipatia per questo personaggio seppur da lei stessa creato, quasi un odio viscerale verso questa figura, la quale non ha mai voluto né ritoccarlo né ringiovanirlo o renderlo più affascinante, neanche quando le fu chiesto espressamente per portare questo incredibile personaggio a teatro.

E a detta della sua stessa creatrice così viene dipinto…

Un personaggio eccentrico, comico, umano, imperfetto – differentemente da Sherlock Holmes – un ometto piccolo, tarchiato, con i baffi, di una certa età, meticoloso e molto ordinato, un omino preciso, con la mania dell’ordine e delle forme quadrate, della simmetria, molto intelligente, e con il cervello pieno di piccole cellule di materia grigia – AA.VV. (2020). Grandi Donne – Agatha Christie: Uno spirito libero che è diventata l’autrice più letta al mondo, RBA, Milano.