Le lycéen (2022): Recensione

Le lycéen (2022): Recensione

Le lycéen, recensione del film diretto da Christophe Honoré. Uscito nelle sale francesi il 30 novembre 2022.

VOTO MALATI DI CINEMA 8 out of 10 stars (8 / 10)

Le lycéen è la pellicola cinematografica diretta da Christophe Honoré e uscita nelle sale nel 2022. Per me e per chi l’ha vista, è stato come tornare in una fase magica della vita: i travolgenti anni dell’adolescenza.

La trama
Lucas (Paul Kircher) è un ragazzo di 17 anni, lo conosciamo all’interno di un istituto scolastico maschile. Una notte viene svegliato e portato via, da qui la sua vita cambierà e inizierà un racconto in prima persona degli avvenimenti che hanno sconvolto la sua vita.
Eventi che hanno frantumato la sua identità e le sue sicurezze in mille pezzi, e che dovrà lui stesso ricomporre nel tempo di un inverno.

Quella di Lucas è un’adolescenza che dura una stagione, che assume le sfumature di un colore: quello dell’aurora che splende su Parigi. Una nebbia violacea, fredda, sfuggente anticipatrice di metamorfosi.
Le persone che faranno parte del percorso di crescita di Lucas sono il padre (lo stesso regista), la madre (la mitica Juliette Binoche), il fratello maggiore Quentin e il suo coinquilino Lilio.

Ci fermiamo all’albeggiare della trama, senza aggiungere altri toni. Starà a voi scoprire ogni pezzo del puzzle e incastrarlo al momento giusto.

Una regia intima e delicata
Lo sguardo sulle vicende di Lucas (Paul Kircher) è estremamente delicato e sofisticato.
La macchina da presa è gentile, la narrazione è lenta, e i temi portanti – la morte, la depressione, il suicidio, la sessualità e la crescita – vengono affrontati con discrezione.
Nel periodo dell’adolescenza tutto è decisivo: ogni incontro, ogni scelta, ogni avvenimento esterno sembra ci venga inflitto come una condanna e che sia destinato a cambiarci la vita per sempre. Ogni delusione o variazione di percorso ci sembra definitiva; accettiamo il dolore solo al costo che ci insegni qualcosa, che ci illustri una grande verità.

Come venature impetuose su una superficie liscia e trasparente, questi elementi si increspano nel film, segnano continuamente nuove direzioni, ma non mutano mai il tempo della narrazione. Gli eventi vengono planati dalla delicatezza registica e dal giusto grado di estraneità tipico di chi queste situazioni le vede da fuori: noi, gli spettatori, appunto.
E al ritmo di questa lentezza Lucas elabora i cambiamenti, li accoglie con il suo sorriso – bellissimo, giovanissimo,sprezzante di vita – e si lascia distruggere da essi, fino a rompersi in frantumi, come vetri rotti di uno specchietto automobilistico.

Lui e gli altri
La curiosità e totale apertura dell’età di Lucas ci offrono una via privilegiata per insinuarci nelle logiche e sensazioni che guidano l’agire degli altri personaggi.

Isabelle è una madre che si ritrova a dover affrontare una nuova vita: da sola, si sforza di tenere uniti i pezzi per il bene dei suoi figli, celando lacrime, tristezza, malumori. Si sentirà libera di accettare ed esprimere le sue sensazioni solo dopo essersi accertata che i figli stiano bene: in un certo senso, è solo in quel momento che può permettersi di soffrire.

Il rapporto con il fratello Quentin (Vincent Lacoste) è invece tormentato, gesti affettuosi si alternano a litigi, azzuffate, scontri di autorevolezza tra un fratello maggiore e minore.

La corrispondenza tra il padre e il regista l’ho trovata magica, poetica, funzionale: un espediente narrativo vincente e potentissimo sotto il profilo interpretativo. Papà Claude resterà sempre ambiguo, di lui sapremo poco, resteremo in dubbio sulla sua sorte, sulle sue intenzioni, sulla sua sentimentalità.

Un altro personaggio fondamentale è Lilio (Erwan Fale), il coinquilino di Quentin. Un uomo risoluto, equilibrato, affidabile, con un passato che forse non è troppo dissimile da quello di Lucas, e che permetterà ai due di riconoscersi e legarsi da subito, prendendosi cura l’uno dell’altro, seppur in modi differenti. Affascinanti e iconiche sono le scene delle canzoni strampalate alla chitarra o del karaoke con canzoni italiane!

Voto: 8/10
Le interpretazioni attoriali sono equilibrate, intime, in sintonia con i tempi della narrazione. La scelta registica di prediligere campi visivi combinati a dialoghi intimi e potenti conferisce un grande potenziale emotivo alla pellicola. La delicatezza della pellicola conquista: è un approccio sensibile al racconto tumultuoso degli anni dell’adolescenza. Un freddo inverno in cui ci riscaldiamo col tepore di emozioni nascenti, cangianti, mature per fiorire.

Le lycéen lo trovate in esclusiva su Mubi.