Rocky IV (1985): Recensione
Rocky IV, recensione del film diretto e interpretato da Sylvester Stallone nel 1985, quarto capitolo della saga con protagonista Rocky Balboa
VOTO MALATI DI CINEMA (8,5 / 10)
Per alcuni Rocky IV è una semplice e banale propaganda pro U.S.A. (il che è anche vero, nessuno lo nega), per tanti altri invece è un continuo insegnamento di vita.
Il “non mollare mai” arriva proprio dalla morale e dagli atteggiamenti del buon Rocky Balboa, coadiuvato da persone intorno a lui che lo aiutano e lo spronano sempre a dare il massimo; soprattutto la moglie Adriana, vera arma in più.
Questo film è un monumento degli anni ’80, a partire dallo stile e senza sottovalutare le grandi musiche.
Come detto poc’anzi, Rocky IV insieme ai suoi predecessori e successori è una pellicola utile a tutti coloro che cercano quella forza di volontà durante gli allenamenti fisici, il “Nos” in grado di dare lo sprint e trovare l’energia che sembrava perduta.
Le sequenze degli allenamenti in Russia sono fantastiche e gli incontri curati in ogni minimo dettaglio, il che rende tutto più realistico (a parte i milioni di colpi al minuto “coreografati” per non abbassare mai il ritmo)
Nel quarto capitolo della saga il nostro eroe Rocky Balboa si è ritirato, conduce una vita agiata insieme alla famiglia e ogni tanto si allena con il suo amico/rivale Apollo Creed.
La minaccia questa volta però arriva dall’Est; un nuovo pugile russo affamato di vittoria e appoggiato dalla forte Unione Sovietica arriva negli Stati Uniti dichiarando “guerra” sportiva.
Il nuovo che avanza si chiama Ivan Drago, è campione Olimpico in carica ed è dotato di una potenza inaudita, un carrarmato pronto a distruggere chiunque.
In tutto questo entra in scena Apollo Creed, ormai fuori dal ring da cinque anni ma sempre orgoglioso e patriottico. Le dichiarazioni della delegazione Sovietica lo spingono a sfidare il russo con tragiche conseguenze, il che darà avvio a una spirale di vendette e sacrifici da parte di Rocky Balboa, desideroso di fare giustizia.
Ci permettiamo di spoilerare in quanto parliamo di un film del 1985 che tutti conoscono e che molti amano.
Sylvester Stallone nel ruolo di Rocky Balboa è ormai un simbolo degli Stati Uniti, rafforzato ancor di più da Rocky IV, ambientato e girato in pieno “regime Reagan“.
La parte politica però interessa ben poco ai fans dello Stallone Italiano, per niente delusi dall’ennesima grande prova del cast.
Dolph Lundgren, nei panni di Ivan Drago, è un antagonista perfetto: alto, grosso, di poche parole –Ti spiezzo in due è un tormentone in voga tuttora– è riuscito ad ottenere la parte dopo una selezione composta da 8.000 candidati.
Brigitte Nielsen, al suo secondo film, interpreta Ludmilla Vobet Drago, moglie di Ivan Drago. Durante le riprese comincerà una storia sentimentale con Sylvester Stallone con tanto di matrimonio, durato solamente un anno e mezzo.
La colonna sonora è come al solito sublime nonostante l’assenza di Bill Conti (che ha curato le musiche degli altri cinque film della saga).
Possiamo trovare canzoni in pieno sound anni ’80 (Hearts on Fire, No Easy Way Out, War) e grandi nomi che hanno firmato le altre tracce dell’album del calibro di James Brown (Living in America), Survivor (Eye of The Tiger, Burning Heart) e Kenny Loggins (Double or Nothing).
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