Edhel (2017): Recensione
Edhel, recensione del film diretto da Marco Renda nel 2017 con Roberta Mattei e Gaia Forte, nelle sale dal 25 gennaio 2018
VOTO MALATI DI CINEMA (7 / 10)
Vincitrice di ben quattro premi al Los Angeles Film Awards e secondo classificato al Giffoni, Edhel è la storia di una ragazza solitaria e piena di problemi.
La preadolescenza è il periodo più complesso per una giovane donna, dove i cambiamenti anatomici e psichici cominciano a fare il loro effetto così come le abitudini. Per Edhel (Gaia Forte) il tutto diventa più complicato a causa della morte del padre dopo una sfortunata caduta da cavallo, evento che traumatizza la piccola, già chiamata dalla vita a dover affrontare l’imbarazzo di una malformazione alle orecchie.
Grazie all’aiuto di Silvano (Nicolò Ernesto Alaimo), un bidello “nerd”, Edhel trova il modo di affrontare al meglio la sua natura, frequentando persone che non la giudicano ma, anzi, apprezzano il suo essere.
Il lato fantasy viene raccontato in maniera sfumata ma attiva in modo prepotente tramite Silvano, convinto che Edhel sia in realtà un elfo. Proverà in tutti i modi a convincerla di non operarsi chirurgicamente e di seguire il suo destino.
Anche Nicholas, ragazzo da poco trasferito nella classe di Edhel, ha un ruolo importante nella storia. Personaggio ambiguo che sconvolgerà ulteriormente la vita della giovane, viene “usato” dal regista nella storyline che esamina un’infame realtà giustamente da raccontare e da denunciare come quella del bullismo.
La recitazione approssimativa di alcuni attori è bilanciata dall’eccezionale prova di Roberta Mattei (Non essere cattivo, Veloce come il vento) che dimostra carisma e personalità nel ruolo della madre di Edhel, tormentata dalla prematura morte del marito e dal dover gestire una figlia dal carattere contorto.
La linea sottile che separa realtà e fantasia è descritta in maniera mai banale da Marco Renda, regista classe 1984 al suo primo lungometraggio dopo il corto dal titolo Sugar Plum Fairy, abile a sfruttare un’ambientazione piena di verde e dai colori accesi.
Edhel risulta essere un’opera indipendente corale promossa a pieni voti, tanto leggera nei volti delle due protagoniste quanto forte al suo interno.
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