Mademoiselle (2016): Recensione
Mademoiselle (titolo alternativo: The Handmaiden), recensione del film coreano diretto da Park Chan-wook nel 2016. In uscita nelle sale italiane il 29 agosto 2019
VOTO MALATI DI CINEMA (7,5 / 10)
Il nuovo film scritto e diretto da Park Chan-wook, Mademoiselle, si presenta a un primo sguardo come un soft-porn lesbo, ambientato in una cornice nobiliare della Corea del sud degli anni ’30. Il film è stato realizzato nel 2016, anche se l’uscita nei cinema italiani è prevista per il 29 agosto 2019: noi di Malatidicinema siamo andati a vederlo in anteprima. Non vogliamo per forza calcare la mano sull’aspetto sessualmente esplicito del film, ma indubbiamente ci abbiamo visto un tributo alla comunità LGBTQ.
Probabilmente la trama sarebbe stata in piedi da sola anche senza quelle scene, che però, nonostante la promiscuità, sono abilmente rappresentate senza mai risultare volgari. E dunque tra i punti deboli sicuramente l’eccessiva rappresentazione di scene di sesso tra donne, che fanno un po’ La vita di Adele, ma sicuramente non scandalizzano lo spettatore abituato allo stile esplicito del regista. Reminiscenze di altri suoi film si ritrovano nei riferimenti alla tortura, questa volta ben più raffinati, nonché meno espliciti, di quelli di Oldboy, pellicola che consacrò Chan-wook come “il Quentin Tarantino d’Oriente”.
The Handmaiden, titolo internazionale del film (l’originale è Agassi), si sviluppa in tre atti ben definiti, in ognuno dei quali la stessa scena viene rappresentate da diversi punti di vista. Essi svelano gli aggrovigliati intrighi della trama un po’ alla volta, scrutando dietro le gonne e i vestiti ingioiellati della giovane ereditiera Hideko. Oltre alla storia abilmente narrata, a nostro avviso il film si propone di elogiare la raffinatezza femminile, sia nella cura verso il prossimo, che nella sessualità e nella sensibilità, a discapito di un mondo fatto di prigionie, torture e violenze, perpetrate principalmente dagli uomini.
Il film chiude la trilogia dell’amore proibito, iniziata nel 2009 con Thirst e Stroker, e denuncia le logiche di un Paese maschilista, seguendo la battaglia delle due eroine.