Antropophagus (1980): Recensione

Antropophagus, recensione del film diretto da Joe D’Amato (Aristide Massaccesi) nel 1980

VOTO MALATI DI CINEMA 7 out of 10 stars (7 / 10)

Un gruppo di amici si trova a passare le vacanze in Grecia e nel tragitto conoscono una ragazza, la quale necessita di un passaggio per raggiungere degli amici residenti in un’isola. I ragazzi decidono così di accompagnarla sulla loro barca, ma appena giungono alla meta notano subito qualcosa di strano… il luogo sembra totalmente disabitato, e ben presto si ritrovano bloccati sulla terraferma. Ma quello che ancora non sanno è che non sono completamente soli, e qualcosa di molto pericoloso e affamato si nasconde nell’ombra…

Pellicola del 1980 diretta da Joe D’Amato (Aristide Massaccesi), a metà strada tra slasher horror e cannibal movie, considerato un cult per gli appassionati del genere.
A prima vista può dare l’impressione di essere un’opera di pura macelleria senza capo né coda, ma durante la visione ci rendiamo conto che non è proprio così. I punti di pregio del film non sono pochi: in primis partendo dall’ambientazione, azzeccata e claustrofobica al punto giusto.
Lo svolgimento della storia è ben costruito, il regista si preoccupa prima di dare un contorno delineato alla storia, e in questo senso sono interessanti anche alcune dinamiche che si vengono a creare tra i protagonisti. Ci sono poi diversi momenti di tensione che ci fanno percepire la “presenza” malvagia che abita l’isola, evitando di svelarla subito dall’inizio.
Dopo una prima parte concentrata più sulle atmosfere e sulla suspense, la pellicola entra nella modalità slasher/splatter e prende via via un’impronta sempre più cruenta, dando spazio a scene memorabili per gli appassionati.
Certo, l’opera non è esente da difetti, come ad esempio una recitazione non impeccabile e alcuni buchi di sceneggiatura, ma alla fine dei conti risultano maggiori i pregi e le intuizioni che il regista ha saputo mettere in atto.
Nota di merito anche per la figura del mostro/killer, interpretato da George Eastman (Luigi Montefiori), dotato di un’ottima presenza scenica e attorno al quale viene costruito una sorta di background psicologico che lo caratterizza e rende ancora più efficace.
In definitiva Antropophagus è un film che ancora oggi, a distanza di molti anni, mantiene il suo fascino e si conferma come una pellicola cult del cinema di genere. Da vedere.