Space Force – Prima Stagione (2020)
Space Force, recensione della prima stagione della Serie TV ideata da Greg Daniels e Steve Carell. Disponibile su Netflix dal 29 maggio 2020
VOTO MALATI DI CINEMA (7 / 10)
C’è la marina, l’esercito, l’aeronautica, i servizi segreti, la guardia costiera… e poi c’è la Space Force.
Creata da Steve Carell e Greg Daniels, Space Force si rivela essere un progetto molto originale, satirico, e divertente.
All’alba della fondazione di una nuova branca dell’apparato militare dedita allo spazio (così come nella vita reale), il generale quattro stelle Mark R. Naird (interpretato da Carell) viene assegnato come comandante dell’intera divisione. Al suo fianco ci saranno il capo scienziato Dr. Adrian Mallory (interpretato da un grandioso John Malkovich), e il social media manager Fuck Tony (interpretato da Ben Schwartz).
Il generale Naird dovrà affrontare, a parte le ovvie difficoltà di una neonata divisione, anche la sua complicata situazione familiare, con una figlia teenager – interpretata da Diana Silvers (Glass) – e una particolare situazione con sua moglie – interpretata da Lisa Kudrow (Friends).
Attualmente il “metodo Netflix” funziona: pochi set, ma grandi e fatti bene, poche esterne, ma fatte bene, e la CGI ridotta all’osso – sia in termini di budget, sia di tempo scenico – e poi, personaggi, storie, interpreti, registi e direttori della fotografia di qualità. Ma per quanto ancora funzionerà questo “metodo” prima che diventi ridondante e noioso?
Ad ogni modo, Space Force funziona sotto tutti i punti di vista, anche se non riceverete nessuna lezione sulla vita da quest’opera – e quasi mi sento di dire, fortunatamente.
Carell e Malkovich quasi si caricano un intero show sulle spalle e lo portano avanti senza mai essere banali. Idem per quanto riguarda le curiose storie e gli avvenimenti dell’intera serie (ad esempio quella della scimmia, oppure quella dell’alter ego femminile di Elon Musk).
Magari sarebbe stato bello vedere qualche vicenda che durasse, e si risolvesse, per tutto il corso della serie, invece di lasciare parecchie cose in sospeso per una stagione intera, con la sola lungimiranza di una seconda stagione.
Un altro elemento intrinseco all’opera è l’onesta nei confronti dei personaggi.
Non vengono mai inopportunamente drammatizzati o usati come “bocca della verità”, oppure peggio ancora usati per tirare fuori una punch line da un altro personaggio. Nella loro follia e caratterizzazione, sono loro stessi, senza essere assimilati a banali strumenti scenici.
Detto tutto ciò, la vera domanda per una commedia è: fa ridere?
Secondo me sì, ma anche se non fosse, è un’opera godibile sotto tutti i punti di vista, quindi ve la consiglio.
Fuck Tony mi ha detto di concludere l’articolo senza frase ad effetto per incrementare i lettori.