L’attimo fuggente (1989): Recensione

L’attimo fuggente, recensione del film diretto da Peter Weir con protagonista Robin Wiliams. Uscito nelle sale statunitensi il 2 giugno 1989

VOTO MALATI DI CINEMA 9 out of 10 stars (9 / 10)

Ci sono film speciali che diventano simbolo di una generazione o di un’epoca, film che hanno un valore e un significato intramontabili. L’Attimo Fuggente (Dead Poets Society il titolo originale) è uno di questi. Sono passati più di trent’anni dalla sua uscita nelle sale ma rimane un capolavoro indiscusso ed attuale.

Drammatico e poetico insieme ci regala due ore abbondanti di pura filosofia e riesce, ancora oggi, ad insegnare la bellezza

Il professor Keating (uno strepitoso Robin Williams) è l’insegnante che tutti avremmo voluto avere; la storia è ambientata in un collegio maschile del Vermont degli anni 60’ dove i pilastri sono: disciplina, onore, tradizione ed eccellenza. L’età è quella senza tempo dell’adolescenza, crescita, amore, sogni, passione, rabbia, ricerca del proprio io. Di tutto questo e molto altro parla questa storia “classica” perché affronta temi universali e fondamentali come il tempo che passa, la morte, l’essenza del vivere. I ragazzi cresceranno grazie al professore decisamente anticonformista, ex studente dello stesso collegio, che insegna poesia e letteratura inglese con una passione rara. Impareranno ad amare Shakespeare, a riflettere, a pensare con la loro testa, a scegliere chi diventare. Affronteranno sfide, discuteranno tra loro, creeranno legami indissolubili. Ma, soprattutto, sentiranno crescere in loro la speranza di una vita migliore, di un mondo migliore. Si sentiranno vivi, sapranno rischiare, tenteranno nuove strade. Ma le strade poco battute, si sa, vanno in direzione spesso contraria alla morale bigotta, reazionaria e tradizionalista di una società rigida incline allo scandalo più che alla tolleranza.

Gli studenti del “Capitano” Keating, audace soprannome con cui l’eccentrico professore permette di essere chiamato, come tutti gli adolescenti, sono inguaribili sognatori e colgono al volo l’occasione di essere trasgressivi e innovativi. E qui nasceranno i problemi; menti così giovani e idealiste sono indubbiamente facili da plasmare ed influenzare, e, sebbene ogni ragazzo tenterà con l’entusiasmo tipico dell’età di trovare la sua strada (chi su un palcoscenico, chi nell’amore, chi nello studio) dovrà inevitabilmente scontrarsi con le famiglie borghesi, moraliste ed ottuse a cui appartengono. Famiglie che hanno scelto il percorso ed il futuro dei loro figli privilegiati. Genitori che non sempre saranno in grado di capire ed assecondare i loro desideri né i sogni, e che, imponendo le loro decisioni daranno vita a scontri violenti o, purtroppo, evitabili tragedie.

Il capro espiatorio sarà quel professore dai metodi troppo moderni, troppo rivoluzionari, troppo anarchici. Verrà espulso, incolpato della morte di un suo studente suicida, incoraggiato, si dirà, dall’insegnante a disubbidire al padre per seguire il suo sogno di diventare attore.

Un film che sottolinea lo straordinario potere della parola e dell’arte. Una spinta ad inseguire i propri sogni, a combattere per i propri ideali, a difendere il valore inestimabile dell’amicizia. Un insegnamento al trovare nuove strade, a non rassegnarsi, a cogliere gli attimi della nostra vita rendendoli straordinari. Un inno al coraggio, alla lealtà, alla conoscenza. Un insegnamento ancora e sempre valido per tutti i ragazzi di ieri e di oggi e per gli adulti che siamo diventati; una boccata d’ossigeno e libertà necessario più che mai in un mondo dove il pensiero indipendente è quasi estinto e la capacità critica dimenticata.

Indimenticabile e commovente la scena finale: quasi l’intera classe in piedi con fierezza sui banchi a salutare quel professore che più di ogni altro li ha saputi capire e ascoltare al grido di Capitano, mio Capitano! Keating si allontana commosso, sostituito da un più convenzionale insegnante, e sorride: il seme della libertà è piantato.

Sceneggiature da Oscar, colonna sonora emozionante, ottime interpretazioni degli attori; film che tra le altre cose ha anche il merito di lanciare la carriera del talentuoso Ethan Hawke.

Da vedere e rivedere per scaldarsi il cuore.