Una donna promettente (2020): Recensione


Una donna promettente, la recensione del film d’esordio di Emerald Fennell, vincitrice agli Oscar 2021 per la Miglior sceneggiatura originale, con protagonista una Carey Mulligan come non si era mai vista.
Presentato in anteprima il 25 gennaio 2020 al Sundance Film Festival ed uscito nelle sale statunitensi il 25 dicembre 2020

VOTO MALATI DI CINEMA 8 out of 10 stars (8 / 10)

“Una donna promettente” è la controversa ed affasciante opera prima di Emerald Fennell, sceneggiatrice e showrunner della seconda stagione di Killing Eve, nonché attrice in ambito televisivo e cinematografico, produttrice ed anche scrittrice di libri per ragazzi. Il film è stato prodotto dalla LuckyChap Entertainment, casa di produzione di Margot Robbie, ed ha come protagonista la sorprendente Carey Mulligan, perfettamente calata nei panni di Cassandra Thomas, soprannominata Cassie. Una ragazza di 30 anni che vive ancora con i genitori e che lavora senza alcun entusiasmo in una caffetteria, non ha amici, né qualcosa che somigli vagamente ad un fidanzato. È inoltre un’ex studentessa alla facoltà di medicina, per la quale era molto portata, e che ha abbandonato anni prima a causa di “circostanze insolite”. Le stesse circostanze che la spingono ogni settimana a vestirsi di tutto punto, entrare in un locale e fingersi talmente ubriaca da aver bisogno dell’aiuto del “bravo ragazzo” di turno, che puntualmente la scorta fino alla propria casa con l’intento di approfittarsi di lei, per poi rendersi conto di aver abbordato una donna tutt’altro che stordita. Cassie infatti spaventa a morte i nice guys caduti nella sua trappola, mettendoli di fronte al loro squallore, ben celato dalla loro faccia innocua e dalle loro posizioni di rilievo nella società. Alla protagonista non importa del rischio che corre ogni volta, perché spinta dal desiderio di giustizia e di rieducazione verso quella nicchia di uomini colpevoli delle stesse azioni che sconvolsero anni prima, anche se indirettamente, la sua vita. Cassie sembra tornare verso la normalità solo per un breve momento, grazie all’incontro con Ryan, un chirurgo pediatrico e suo ex compagno di corso, innamorato di lei dai tempi dell’università. Sarà malauguratamente il nascente rapporto d’amore tra i due a rivelare a Cassie delle informazioni che la faranno sprofondare di nuovo verso l’oblio e la rabbia, spingendola a regolare i conti con il passato una volta per tutte, in un finale che lascia di stucco, ma che era in definitiva, l’unico possibile per lei.

“Guarda com’è stato facile. Penso che dovevi solo vederla nel modo giusto. Credo che si pensi in modo differente quando si tratta di qualcuno che amiamo”

“Una donna promettente” è un piccolo capolavoro sconvolgente sul tema tanto chiacchierato e, forse mai veramente compreso, dello stupro. Raccontato dal punto di vista di una vittima collaterale, illumina sul disastroso effetto domino che un trauma di tale portata è in grado di innescare. E non solo su chi lo subisce in prima persona. Un rape & revenge spesso associato al movimento Mee Too e, come lo definisce la Fennell, un road movie, che porta a riflettere sui tanti dettagli che compongono i fatti di cronaca a cui siamo ormai abituati. Cassandra, protagonista dal nome evocativo e quanto mai azzeccato, è una persona dall’intelligenza fine, a tratti diabolica, che ha cristallizzato la sua esistenza in uno specifico momento storico della sua vita, dal quale non riesce ad uscire e dal quale non vuole uscire. Le sue azioni sono frutto di un evidente disagio psicologico inascoltato, di una donna stroncata dagli eventi nel momento più florido della sua gioventù. La sorte della sua migliore amica Nina ha avuto un tale impatto sulla sua mente, che Cassie si sente investita non solo dai rimorsi e dai sensi di colpa, ma soprattutto dalla profonda ingiustizia che ha contornato l’intera vicenda e che l’ha portata poi a disattendere tutti i buoni propositi di vita che aveva per sé stessa.

Emerald Fennell ha diretto “Una donna promettente” in modo fenomenale ed arguto, con il suo stile registico sempre pronto a tenere sulle spine il pubblico e con una scaltra scelta di colori pastello nettamente contrastanti con la trama da dark comedy, che dipingono con vivacità ogni fotogramma. Non meno importante la selezione dei brani pop che compongono la colonna sonora: i violini stridenti del brano Toxic di Britney Spears nella scena finale, vero fulcro della pellicola, che accompagnano ed a tratti infastidiscono, come delle unghie che graffiano una lavagna, lo spettatore verso il momento più noir e vagamente tarantiniano del film.
Un plauso particolare va anche a Carey Mulligan che ha saputo rendere giustizia ad un personaggio tanto complesso e sovversivo, spesso paragonato a villain come Joker ed Harley Quinn, con la sua interpretazione sbalorditiva ed abbagliante, che scuote le coscienze e fa riflettere come non mai sull’argomento principe della trama.

Da notare che in “Una donna promettente” non si assiste mai alla violenza e la parola stupro non viene mai pronunciata, come a rimarcare quell’omertà contro cui Cassie vorrebbe urlare a squarciagola. Il film offre una prospettiva nuova ed originale su un tema molto caldo e spinoso, anche se va precisato che in molti hanno travisato un passaggio fondamentale che va sicuramente visto dalla giusta angolazione. Di fatti, tanti hanno avuto la falsa percezione di una colpevolizzazione di massa nel genere maschile, ma se si guarda e si ascolta attentamente il film, si capisce benissimo che le cose non stanno così. Quella della Fennell non è un’accusa totalitaria, bensì circoscritta, riguardante solo quella categoria di uomini che commette fatti tanto abominevoli e riprovevoli e che quasi sempre, non sono ben riconoscibili nella società, perché protetti da una finta aura di bontà, vuoi per i modi gentili, vuoi per la loro posizione lavorativa, vuoi per la buona famiglia, vuoi perché l’avvocato sul loro libro paga li tira sempre fuori dai pasticci. La stessa Cassie è consapevole che gli uomini non sono tutti orchi ed ammette durante un dialogo che, se solo lo volesse, potrebbe trovarsi un bravo fidanzato in dieci minuti. Le circostanze stesse che hanno annientato la sua vita sono, per loro stessa definizione, insolite e non ordinarie. Nel film gli uomini vengono mostrati come predatori perché sono unicamente i predatori a cadere nella rete di Cassie. Un espediente con cui Emerald Fennell ha sbattuto in faccia a tutti la realtà, svelando la vera identità dello stupratore: un uomo al di sopra di ogni sospetto e non, come spesso si è portati a pensare, un feroce e riconoscibile aguzzino dal quale è bene tenersi a debita distanza. È l’individuo apparentemente inoffensivo che genera questa piaga sociale e la banalizza come “una ragazzata” pur di salvare la faccia.

“Una donna promettente” ha lanciato un prezioso messaggio nel mondo grazie alla storia di Cassandra. Un personaggio rivoluzionario e profetico che implora, con le sue gesta estreme, di porre fine al peggior incubo di ogni donna.