Creed III (2023): Recensione

Creed III (2023): Recensione

Creed III, recensione del film diretto da Michael B. Jordan, terzo capitolo con protagonista il pugile Adonis Creed. Uscito nelle sale italiane il 2 marzo 2023.

VOTO MALATI DI CINEMA 5 out of 10 stars (5 / 10)

Credit Photo: Eli Ade – © 2023 Metro-Goldwyn-Mayer Pictures Inc. All Rights Reserved
CREED is a trademark of Metro-Goldwyn-Mayer Studios Inc. All Rights Reserved.

Dopo i primi due capitoli di Creed, apprezzati da pubblico e critica, Adonis dovrà fare i conti con il passato in quello che probabilmente chiuderà la Trilogia dedicata al figlio del leggendario Apollo.

Parto subito forte come un gancio del pugile statunitense, ma devo ammettere a malincuore che questo terzo capitolo mi ha deluso su tutta la linea. Si tratta di una sceneggiatura stantia che sembra aver copiato ripetutamente con Ctrl+C dagli altri Rocky del passato. Ci sono tutti gli elementi già visti: gli allenamenti, i funerali, la commozione cerebrale, il discorso convincente della moglie, la figlia che impara la boxe dal padre, il ritorno dal ritiro, i fantasmi del passato e così via.
Un altro difetto riscontrato in Creed III è quello di andare troppo veloci con la narrazione volendo inserire in due ore troppa carne al fuoco, perdendo così molto storytelling e caratterizzazione dell’antagonista di turno (un bravo Jonathan Majors), raccontato bene ma non benissimo, soprattutto nella fase di escalation tra i PRO.
Anche il combattimento finale manca di quel pathos che aveva contraddistinto i precedenti, mentre si salva la regia di Michael B. Jordan che sembra cavarsela discretamente anche dietro la macchina da presa.

Jonathan Majors è Damian "Dame" Anderson

Nonostante le poche emozioni, Creed III vede tra i punti di forza proprio la coreografia del match finale, ormai potenziato rispetto alle pioneristiche proiezioni dei primi Rocky, grazie anche all’aiuto dell’attuale tecnologia e, come scritto sopra, da un’ottima tecnica registica da parte di Michael B. Jordan, coadiuvato dal direttore della fotografia Kramer Morgenthau.

Tutto questo risulta però troppo poco per elevare la pellicola allo status di prodotto indimenticabile, complice un franchise ormai povero di idee che per inerzia prosegue la sua avventura grazie al nome che porta.