Scream VI (2023): Recensione

Scream VI (2023): Recensione

Scream VI, recensione del sesto capitolo della saga horror creata da Wes Craven e diretto dal duo Matt Bettinelli-Olpin/Tyler Gillett. Uscito nelle sale italiane il 9 Marzo 2023.

VOTO MALATI DI CINEMA 7 out of 10 stars (7 / 10)

Ad un anno di distanza dagli avvenimenti del precedente capitolo, Ghostface cambia città e cambia anche forma. Questo è, per certi versi, il film più cupo della saga, in cui il killer diviene un vero e proprio uomo nero, un’ombra che aleggia sulle vite dei protagonisti, che ne tormenta i ricordi e ne condiziona le vite.

Così come le dimensioni della città, New York, così cresce la violenza e l’efferatezza di Ghostface, che diviene vero terrore, così come dimostra la sua maschera, consumata, che lo fa sembrare più rabbioso, più cattivo. E’ il capitolo che più si prende seriamente, le inquadrature che contemplano la figura del killer accompagnate dalla musica di Brian Tyler accrescono tale serietà, per rendere Ghostface davvero temibile, grande merito di tale effetto è la difficoltà nello scoprire l’identità dell’assassino, che quindi agli occhi dei protagonisti sembra a tutti gli effetti una creatura da incubo. Questo fa perdere un pò dello smalto della saga, l’ironia che circonda da sempre alcuni personaggi, ma a non perdersi sono gli elementi meta-cinematografici che, già in Scream V, sono divenuti il motore del film, un modo per capirne la struttura, le intenzioni, come se i registi volessero giocare con lo spettatore; il mistero non sta solo nello smascherare Ghostface, ma nel capire il punto d’arrivo del film, capire da quale delle regole che esso stesso illustra prenderà spunto.

Scream VI gioca col concetto di sequel, re-quel e saga, seguendone alcuni dei cliché per poter salvare altri aspetti, perché è questo che deve cercare di fare Scream per sopravvivere, criticare le dinamiche dell’horror moderno ma, allo stesso tempo, abbracciare alcune leggi del mercato ed in questo scenario, che per alcuni sarà dispotico, la rielaborazione di Bettinelli-Olpin e Gillett è il meglio che si può ottenere per il momento. I due registi mandano avanti l’idea del defunto Craven, cercando di imporre anche la propria visione, per questo bisogna guardare questo film con la consapevolezza che Scream è cambiato, si è adattato all’epoca contemporanea, è il tipo di Scream del nostro presente, non ci si può quindi aspettare l’imitazione assoluta dei precedenti film, soprattutto non con occhi diversi dietro la macchina da presa.

Scream VI sbaglia su alcuni fronti, come possono essere la scelta del tono, l’atteggiamento forse troppo sopra le righe di alcuni personaggi, la motivazione del killer, ma riesce su altri, divenendo sicuramente uno dei migliori slasher che si possano vedere ultimamente; il film ha cuore, c’è amore per Craven, per il genere e per ciò che egli rappresenta e questo i registi ce lo mostrano a più riprese. Ghostface diviene una leggenda amata più delle sue vittime, diviene una figura da seguire per coloro che decidono di vestirne il cappuccio, mentre per Samantha Carpenter (Melissa Barrera) diviene una malattia, una maledizione ed una salvezza, un’eredità non desiderata, contro cui deve combattere, ma che è costretta ad abbracciare sempre di più, quasi come se la maschera di Billy Loomis fosse il suo diritto di nascita, che la raggiunge fino alla grande mela.
La città, inoltre, non è scelta caso, un’intera sequenza ne rende un elemento protagonista e proprio le scene in cui Ghostface si mostra sono le migliori della pellicola, sono scene tese, in cui abbiamo paura per qualsiasi personaggio, da Gale a Samantha, senza nessuna esclusione.

Se da un lato questo film punta sulla violenza, con scene di omicidi che forse superano la brutalità di quelle viste nel 4, dall’altro punta sull’inconsapevolezza assoluta di quale sarà il prossimo personaggio a cadere sotto la lama di Ghostface.

Un’opera camaleontica, che si muove su più fronti e in più forme, che subisce i danni dati dall’adattarsi all’horror commerciale, ma che si difende forte delle sue radici, un film non perfetto, ma uno slasher e, soprattutto, uno Scream valido, che porta avanti la fatica di Bettinelli-Olpin e Gillett per trovare la sua forma definitiva e per portarci al prossimo capitolo di una saga che non è pronta a morire.