Intervista a Fabrizio Buompastore, nel cast dell’ultimo film di Pupi Avati

Intervista a Fabrizio Buompastore, nel cast dell'ultimo film di Pupi Avati

Intervista a Fabrizio Buompastore, nel cast di La Quattordicesima Domenica del Tempo Ordinario, il nuovo film diretto da Pupi Avati in uscita il 4 Maggio.

Il prossimo 4 Maggio uscirà nelle sale cinematografiche La Quattordicesima Domenica del Tempo Ordinario, il nuovo film diretto da Pupi Avati.
Per l’occasione abbiamo il piacere di fare due chiacchiere con Fabrizio Buompastore, attore attivo da anni nel Cinema e nella TV che abbiamo già avuto modo di intervistare qualche anno fa (clicca qui per leggere l’articolo).
Credit Photo: Elen Rizzoni
Credit abito gessato Twentyone

Ciao Fabrizio e bentornato. Artisticamente nasci nell’Accademia di Gigi Proietti e in seguito hai ampliato la tua esperienza nell’Academy Studios di Los Angeles.
Potresti condividere la tua esperienza lavorativa sotto la guida artistica del rinomato regista Pupi Avati?
Cari amici di Malati di Cinema, ho iniziato a fare questo mestiere, quelli che mi conoscono lo sanno, per un film che ho letteralmente consumato in videocassetta: Regalo di Natale.
Per me il film perfetto sotto qualsiasi punto di vista nella sua drammaturgia, nella scrittura, regia, e recitazione. Fin dall’inizio della mia piccola carriera ho sempre in qualche modo incrociato Pupi Avati e in alcuni momenti ci sono andato molto vicino.
Se sei così ti dico sì di Eugenio Cappuccio dove interpretavo l’emissario nasce da una idea di Antonio Avati ed è stato prodotto dalla DueA.
Poi son passati 12 anni e alla fine è successo.
Capisci da te che la tua domanda non potrà mai avere una sintetica risposta, ma tenterò comunque di spiegartelo con una sensazione.
Il primo giorno di set eravamo all’Excelsior di Roma, la produzione mi aveva dato una camera. Al primo piano nella quale di fatto iniziava a prendere vita Dalmastri, ad un certo punto ho sentito bussare alla porta, sono andato ad aprire ed era Pupi Avati che veniva a sincerarsi che tutto andasse bene e ci siamo scambiati poche parole, abbastanza in verità per far scaturire in me una sensazione di Casa. Questo è quello che trasmette Pupi Avati, ed è quello che ti dirà chiunque ci abbia lavorato.

In La quattordicesima domenica del tempo ordinario interpreti Dalmastri, un faccendiere della Moda che sposta un po’ gli equilibri sulla trama della pellicola.
Cosa ci puoi dire di questo personaggio?
Dalmastri è un uomo buono ma è pur sempre un uomo di affari degli anni 70 che deve avere a che fare con la moda e le donne. Non dico altro.

È la prima volta che ti cimenti in una pellicola ambientata nel passato?
Che sensazioni hai avuto nel vestire i panni di una persona vissuta in un’epoca importante della nostra storia come gli anni ’70?
Complice la foschia che in quei giorni si era posata su Bologna, la sensazione era di stare in un non luogo di un tempo imprecisato. Sembrava di essere dentro un gigantesco ricordo, il ricordo nella mente di Pupi Avati e tutti quanti abbiamo seguito quel flusso. È la magia del nostro mestiere, in verità non accade sempre, anzi quasi mai. Del resto quasi mai sei nel ricordo e nella mente dell’ultimo sognatore del cinema italiano.

Al momento, consideri il tuo ruolo in Dalmastri come il più importante della tua carriera?
No. Considero l’aver passato del tempo con Pupi Avati, Antonio Avati, Mariantonia Avati.
Averci chiacchierato, aver avuto scambi di opinioni, consigli e punti di vista il tempo speso meglio di tutta la mia carriera, forse vita.
Alcune cose, alcuni sguardi, alcune frasi le porterò per sempre con me e le terrò custodite gelosamente al di là del film, del ruolo e del mestiere.
Sono incontri che ti cambiano.

Ci sono altre interpretazioni a cui sei legato particolarmente?
Sono legato alle interpretazioni che piacciono alla gente che mi ferma.
Sono sempre curioso di sentire dalle persone da cosa sono state colpite e attratte dai miei personaggi.
Sono persone che restano nella mia memoria e mi piace ricordarli con chi ha conosciuto i miei personaggi nel bene e nel male, sono i miei amici immaginari.

Nel cast figurano nomi illustri come quelli di Gabriele Lavia, Edwige Fenech, Massimo Lopez e Sydne Rome. Mi voglio soffermare soprattutto sulla magnifica Edwige: com’è stato lavorare con una delle icone del Cinema italiano?
Lavorarci non lo so, perché nel film non ci siamo mai incontrati, ma osservare la sua delicata bravura, eleganza e signorilità non ha prezzo. In questo film vedrete una magnifica ATTRICE.

Ci puoi svelare qualche progetto futuro? Bolle qualcosa in pentola?
Vorrei mettere in piedi un video podcast sulle biografie di attori e registi cinematografici in stile “Inside the Actor Studio” per educare i giovani alla curiosità di un mondo che in passato, e sono certo con la giusta predisposizione anche in futuro, può rendere merito al nostro paese.

Come sempre è un piacere aver dialogato con te, Fabrizio. Non vediamo l’ora di vederti sul grande schermo il 4 Maggio!