Dogtooth (2009): Recensione

Dogtooth (2009): Recensione

Dogtooth (Kynodontas), recensione del film diretto da Yorgos Lanthimos e scritto insieme a Efthymis Filippou. Uscito nelle sale greche l'11 Novembre 2009.

VOTO MALATI DI CINEMA 7.5 out of 10 stars (7,5 / 10)

La prima opera che consacra Yorgos Lanthimos come regista internazionale è Dogtooth, un surreale e distopico dramma casalingo del 2009, uscito nelle sale italiane solo nel 2020, più di 10 anni dopo e in piena pandemia, per questo passato un po’ in sordina. Come tipico dello stile del regista che riprenderà anche nei suoi lavori successivi, troviamo una perfetta armonia tra le vicissitudini quotidiane odierne e la drammaticità e il simbolismo della tragedia greca.

“Le parole nuove di oggi sono: mare, autostrada, escursione e carabina. Mare è una poltrona in cuoio, autostrada è un vento molto forte, escursione è un materiale durissimo per fare i pavimenti e carabina è un bellissimo uccello bianco”.

La storia si svolge all’interno di una villa dove padre e madre hanno cresciuto tre figli nella menzogna, tenendoli isolati dal mondo esterno e creando per loro una realtà parallela, spingendosi oltre ogni limite.

La sceneggiatura si avvicina ad un’opera teatrale che assomiglia ad un incubo surreale, complice anche l’interpretazione fredda e asettica dei personaggi che ci provoca un senso di
distacco ma al contempo ci coinvolge e ci rende parte integrante di quel mondo disfunzionale e circoscritto.

Dogtooth fa satira e denuncia in modo provocatorio la piramide della comunità, che può essere applicata allo stato o all’interno del nucleo familiare, dove la punta della piramide impone la propria visione alla sua base, inconsapevole che la base potrebbe cedere da un momento all’altro ribellandosi a quel peso.

Punto focale del film è il linguaggio, un linguaggio ricreato e invertito che rimanda ai romanzi distopici di Orwell e ad Arancia Meccanica, che rende il tutto estremamente grottesco.

Lanthimos con questa favola oscura dall’apparenza luminosa ci invita a riflettere su come sia facile la manipolazione psicologica se continuamente bombardati da stimoli mirati, su come la realtà possa assumere diverse forme e dimensioni in base al punto di vista dalla quale si osserva e su come tutto potrebbe essere l’esatto opposto di quello che si è sempre creduto.