Gemini Man (2019): Recensione
Gemini Man, recensione del film diretto da Ang Lee con protagonista Will Smith. Uscita nelle sale italiane: 10 ottobre 2019
VOTO MALATI DI CINEMA (4 / 10)
Film visionato in 3D a 60 FPS.
Ang Lee stavolta ha veramente fatto un buco nell’acqua.
Henry Brogan (Will Smith) è un killer di cinquanta anni, il migliore in giro, ma prossimo al pensionamento e che non si capisce bene per chi lavora. 23 anni fa, un certo Clay Verris (Clive Owen), ha prelevato il suo sangue e creato un clone.
L’idea era di fare un Henry Brogan senza le debolezze “umane” di Henry.
E niente, mandano questo pezzotto, “Junior”, ad ammazzare l’originale.
Vorrei dilungarmi di più, ma non c’è altro da dire.
Questo film, purtroppo, è un’involuzione cinematografica a tutti gli effetti.
Come prima cosa, il Gemini Man si basa sul presupposto sbagliato che, se clonato, il nostro clone sia uguale a noi. Assunzione errata, poiché noi siamo figli del contesto (sociale, politico, familiare, culturale ecc.) in cui cresciamo e viviamo.
Seconda cosa, non si può fare un film di azione anni ’80 nel 2019.
Terza cosa, un comparto tecnico allucinante non può salvare un film che è carente dal punto di vista artistico.
La sceneggiatura è stata in giro per venti anni, e pare che nessuno sia riuscito a renderla quanto meno presentabile. Infatti, non si contano le scene noiose e assolutamente inutili.
La Cinematografia, curata da Dion Beebe (Il ritorno di Mary Poppins, Edge of Tomorrow – Senza domani, Gangster Squad), è la ricerca di una sorta di look naturale iper-reale. Le luci sono dolci, i colori non aggressivi e si cerca di dare più colore dove possibile.
La direzione di Ang Lee non coinvolge, cosa evidente in certi momenti particolarmente “drammatici”, che vengono trattati in modo sciatto e grossolano.
Da lodare invece la performance di Will Smith, che fa il possibile, per quel che può, tra una maldestra scena di azione e un’altra inutile.
Interessante l’approccio al personaggio di Junior, il clone ventitreenne di Henry.
Attraverso Junior scopriremo chi è Henry Brogan. Peccato solo che quest’ultimo sia un personaggio bidimensionale e sprovvisto di qualsivoglia sfumatura caratteriale, proprio come Junior, che oltre a essere bidimensionale è anche dotato di una morbosa melodrammaticità struggente.
Per quanto riguarda i personaggi di Baron, interpretato da Benedict Wong (Doctor Strange, Avengers: Infinity War, Avengers: Endgame), e quello di Danny Zakarweski, interpretato da Mary Elizabeth Winstead (10 Cloverfield Lane, Die Hard – Un buon giorno per morire, Grindhouse – A prova di morte), agiscono solo da side-kick di Henry, nulla di più.
Ma ora parliamo del vero motivo per cui questo film va visto, e va visto al Cinema: La tecnologia.
E’ stato girato in 4K 3D, tenendo conto di tutte e tre le dimensioni per comporre le scene, e a 120 fotogrammi al secondo per creare una fluidità filmica il più possibile vicina a quella dell’occhio umano (che non è dotato di frame rate).
Nonostante in nessun Cinema al mondo è possibile vedere il film in 3D a 120 fotogrammi al secondo, così come è stato girato, guardarlo in 3D ne vale veramente la pena, perché questo è letteralmente fare Cinema tenendo conto di tutte e tre le dimensioni, e lo noterete in tutti i piani stretti e le inquadrature POV (Point Of View / Punto Di Vista) fatte rigorosamente con lenti corte.
E fidatevi, è veramente un’esperienza magnifica questo 3D.
Credo che difficilmente sia stato usato un obbiettivo più lungo di 50mm durante tutto il film.
Il punto a sfavore di tutto ciò è il 2D.
Questo film è stato strettamente concepito per il 3D, in due dimensioni sembra di guardare qualcosa a metà tra una serie televisiva in 4:3 e un unboxing su YouTube.
A proposito di rateo d’aspetto, poiché proiettato in 16:9, su schermi medi non rende bene.
Mentre per quanto riguarda il ringiovanimento… beh, non si tratta di ringiovanimento.
Junior è al 100% un modello di essere umano digitale, a cui viene occasionalmente prelevato il viso e messo su quello di Will Smith per permettere a quest’ultimo di “guidare” la performance.
Infatti, e si vede, quando non guidato da Will, Junior si muove come un personaggio di un videogioco di 10/15 anni fa.
Nonostante i movimenti, su cui la tecnologia ha ancora tanta strada da percorrere, in termini di estetica ci siamo. Sembra assolutamente reale. L’unica pecca che ho notato, che fa sembrare l’estetica del personaggio meno reale, è la reattività della mimica facciale.
Ho notato che i movimenti dei muscoli facciali, essendo lenti e macchinosi, minano la realisticità. Questo, ovviamente, quando non guidato da Will.
Avevo aspettative su questo Film, ma purtroppo sono rimasto deluso.
Almeno mi consolo al pensiero che qualcuno stia seriamente cercando di innovare radicalmente il Cinema.
E questo, è sempre da apprezzare.