Le ragazze di Wall Street (2019): Recensione

Le ragazze di Wall Street, recensione del film diretto da Lorene Scafaria con protagonista Jennifer Lopez. Uscito nelle sale italiane il 7 novembre 2019

VOTO MALATI DI CINEMA 9 out of 10 stars (9 / 10)

JLo e Constance Wu, con Le ragazze di Wall Street, un film tratto dall’articolo di Jessica Pressler con la regia di Lorene Scafaria, ci portano nel mondo delle spogliarelliste pre-crisi del 2008 e post-crisi del 2008, facendoci entrare nella vita privata di due soggetti in particolare: Ramona e Destiny.

Siamo a New York nel 2007.
Destiny, interpretata da una stellare Constance Wu, è una giovane ragazza, vive con la nonna e non riesce a sostenerla economicamente.
Finisce a fare la spogliarellista, ma senza troppo successo.
Nel locale dove lavora conosce Ramona – interpretata da una fortissima Jennifer Lopez – una spogliarellista di successo. Quest’ultima prenderà Destiny nelle sue grazie, gli insegnerà il mestiere, e vivranno un 2007 all’insegna della prosperità economica.
Ma non tutto dura per sempre. La crisi del 2008 è dietro l’angolo.
Lo strip club dove lavoravano era principalmente frequentato da persone dotate di portafoglio a fisarmonica che lavoravano a Wall Street, e proprio per questo motivo, la crisi del 2008 lascerà sia Ramona che Destiny in difficoltà economiche, ma quest’ultima senza compagno e con un bambino nella pancia.
Inoltre, dopo il tracollo finanziario della fine degli anni ’10, le loro strade si separeranno per poi ricongiungersi solo qualche anno dopo, e dare vita alla banda di ex-spogliarelliste che inizierà a spellare vivi ricchi uomini d’affari attraverso seduzione e droga.

In questo film non c’è amore.
Una di queste ragazze non potrebbe mai innamorarsi di un uomo, semplicemente perché non hanno bisogno di un uomo.
Lorene Scafaria ha fatto un gran lavoro con la sceneggiatura, decidendo di tendere al realismo, e decidendo di diversificare i personaggi sullo schermo invece che sulla pagina.
Queste ragazze pensano ai soldi, alla sopravvivenza… non all’amore.
E cito il realismo perché, tra l’altro, questa è un’opera di una difficoltà massima:
Come si fa a girare un film su delle spogliarelliste, e quindi tutte le relative scene che comporta questa scelta, rappresentando con onestà i personaggi e senza oggettificare la donna?
Anzi, oggettificando l’uomo in tutto questo.
Loro ci sono riusciti, e lo hanno fatto anche bene.

Vedo il personaggio di Ramona come quel meccanismo difensivo che le donne hanno sviluppato in centinaia di anni di maschilismo.
Mentre vedo Destiny come il fato e le sue sfide.
Ramona non è una persona che incontra difficoltà perché è sempre lei ad avere il controllo (quello che in Italia chiameremmo “buon visivo a cattivo gioco”).
Destiny, invece, non è mai in controllo, e quindi deve sempre reagire alle difficoltà che le sbarrano la strada.
Ho adorato le loro performance. In un film si vede sempre quando gli attori sono a proprio agio; le scene sono dinamiche, frizzanti, curiose, divertenti, è come una sorta di partita a squash sulla lente frontale degli obbiettivi cine t1.5.
Una goduria.
E anche il resto delle componenti del cast – in particolare Keke Palmer, Lili Reinhart e Madeline Brewer – e i cameo (G-Eazy, Cardi B, Usher), ci regalano una bellissima performance; sono tutti convincenti, e tutti insieme aiutano a costruire questo fantastico sub-universo Newyorkese.

La regia di Lorene Scafaria è magnifica, direzioni fantastiche e movimenti di camera pulitissimi e che non tendono allo scontato o ad acrobazie tecniche inutili.
Stesso dicasi per la fantastica Cinematografia di Todd Banhazl, anch’essa di stampo realistico; sembra di “tornare” al 2008 e alla video produzione che ancora non aveva preso la direzione dei colori saturi di adesso. Che meraviglia.
Idem le musiche.
Mentre per quanto riguarda i costumi di Mitchel Travers (Ocean’s 8, Il dittatore, Joy) – che io definirei costumini… – beh, vi lascio fantasticare dalle immagini…

Unica pecca la durata. Il film andava approfondito altri trenta minuti almeno; il tessuto su cui lavorare ed espandere i personaggi alla fine c’era.

Ciò non toglie che questa pellicola, realizzata con soli 20 milioni di Budget, è una perla del Cinema.
Un’opera fantastica.
Recitazione, regia, scrittura , storia e contesto… C’è proprio tutto.