Midway (2019): Recensione

Midway, recensione del film diretto da Roland Emmerich nel 2019 con protagonista Woody Harrelson. Uscito nelle sale italiane il 27 novembre 2019

VOTO MALATI DI CINEMA 6 out of 10 stars (6 / 10)

Mentre guardavo questo film non facevo altro che pensare al fatto che di film sulla seconda guerra mondiale ne ho visti proprio tanti, e più ne vedo, più scopro nuove storie/eventi/battaglie di cui non ero, storicamente, a conoscenza.
A ‘sto giro tocca a Midway, pellicola diretta da Roland Emmerich (Independence Day, Godzilla, The Day After Tomorrow – L’alba del giorno dopo), che tratta per gli eventi dell’omonima battaglia, avvenuta sull’omonima isola.

Il film parte dal Casus Belli che diede inizio alla guerra tra America e Giappone (l’attacco di Pearl Harbor), per poi arrivare alla battaglia sull’isola di Midway.
I personaggi principali, tutti realmente esistiti, sono: I piloti Dick Best – interpretato da Ed Skrein (Deadpool, Alita – Angelo della battaglia, Se la strada potesse parlare) – e Wade McClusky – interpretato da Luke Evans (Dracula Untold, La bella e la bestia, Fast & Furious 6) – i comandanti Chester W. Nimitz e William ‘Bull’ Halsey – interpretati rispettivamente da Woody Harrelson e Dennis Quaid (The Day After Tomorrow – L’alba del giorno dopo, G.I. Joe – La nascita dei Cobra, Il volo della fenice).
Dal lato dei Giapponesi invece abbiamo Etsushy Toyokawa, che interpreta Isoroku Yamamoto, e l’immenso Tadanobu Asano (Silence, Thor e Thor: Ragnarok, Mongol), nei panni di Tamon Yamaguchi.
C’è anche Patrick Wilson (Il fantasma dell’opera, Nell’erba alta, Aquaman), che interpreta Edwin Layton, un uomo dell’intelligence.
Inoltre, ci sono una marea di personaggi secondari che hanno una discreta quantità di tempo scenico, interpretati da attori del calibro di Mandy Moore, Luke Kleintank, Aaron Eckhart, Keen Johnson, Nobuya Shimamoto, Jun Kunimura e Nick Jonas.
Che cast!

Partiamo subito col chiarire che cos’è: Un epic.
Se cercate prove di recitazione o incredibili pagine di sceneggiatura – quest’ultima scritta da Wes Tooke (Jean-Claude Van Johnson, Colony) – questo non è il film giusto per voi.
Questo è un film “spettacolare”, senza cadere nel Bayhem.
Purché le prove di recitazione siano molto buone, soprattutto considerando il genere di cui stiamo parlando, e la sceneggiatura tende a non essere banale, sempre considerando il genere… non sono i protagonisti della pellicola.

I protagonisti sono il fuoco, l’acqua, i proiettili, i siluri, le portaerei e il coraggio dei soldati.
Avete presente i film che si facevano per far comprare alla gente i war Bonds negli anni 40 ? – tipo quello che realizzò Clark Gable, Combat America (1945) – Ecco, è qualcosa del genere.
Sembra che io viaggi su una nota negativa, ma la verità è un’altra. Sono felicissimo della realizzazione di questo film, perché è un genere che raramente viene praticato con onestà.
Si cerca sempre di racimolare qualche scena significativa, dare un arco narrativo all’opera degno del tecnicismo di Avatar, e poi? E poi nulla, il solito film stupido.
Questa pellicola naviga in altre acque;
Fin dal primo secondo dichiara a gran voce:
“Siamo qui per mostrare scene spettacolari, rimanendo fedeli agli eventi storici narrati, il tutto senza cadere nel ridicolo.
P.S. : Veniamo in pace, non vogliamo far finta di aver creato il nuovo Pulp Fiction, o il nuovo Toro Scatenato.”
Ed è esattamente per questo che secondo me questo’opera funziona.

La quasi totalità delle scene sono pregne di effetti speciali in quantità.
Il lavoro fatto sulla CGI è notevole ed intelligente, soprattutto dato il budget;
Anche perché, 100 milioni per un lavoro di questo genere, e di questa entità, considerando anche il cast, sono veramente spiccioli.
La pellicola non cerca mai il fotorealismo, piuttosto, i filmmaker hanno deciso di fare un uso estensivo – estremamente, estensivo – della CGI, creando delle sequenze veramente degne di nota.
Non capita di guardare le sequenze dirette da Roland Emmerich, e pensare “io l’avrei fatta meglio!”.

Altra nota positiva è la Cinematografia – curata da Robby Baumgartner (Argo, Il petroliere, Ant-Man and the Wasp) – che è veramente fantastica; è come se imitasse le grafiche della grande propaganda Americana (“Uncle Sam Wants You!”), scelta stilistica ripresa nei bellissimi poster disponibili.
Per quanto riguarda il comparto musiche – a cura di Harald Kloser e Thomas Wanker (entrambi: 2012, Alien vs. Predator, The Day After Tomorrow – L’alba del giorno dopo) – è stato veramente trascurato;
Carente, bruttino, ma soprattutto veramente anacronistico per gli standard di questo periodo.

Se visto sotto le giuste premesse, questo film vi regalerà piacevoli 138 minuti.
Bellissima la dedica a fine film sia ai soldati Americani, che ai soldati Giapponesi.

Voglio concludere questa recensione rimandandovi a due pellicole che riguardano, sempre rimanendo in tema, la battaglia di Iwo Jima.
Flags of Our Fathers (2006) e Lettere da Iwo Jima (2006); costituiscono un dittico, e sono sostanzialmente lo stesso film, solo che nella prima vediamo la battaglia dalla prospettiva degli Americani (lo sbarco), mentre nella seconda dal lato dei Giapponesi (la resistenza nelle grotte).
Entrambe dirette da Clint Eastwood.