Il buco (2019): Recensione

Il buco, recensione del film diretto da Gardel Gaztelu-Urrutia con protagonista Iván Massagué. Uscito in Italia su Netflix il 20 marzo 2020

VOTO MALATI DI CINEMA 8 out of 10 stars (8 / 10)

Un buco pieno di originalità e che ti inchioda allo schermo.
L’ultima gemma ri-scoperta del cinema indipendente, Il buco, diretto da Galder Gaztelu-Urrutia, è qualcosa di magnetico e misterioso che vi farà implorare di sapere di più per tutta la sua durata.

Per evitare spoiler sarò breve;
Un uomo si risveglia in una specie di prigione verticale, dove ogni piano ospita due detenuti, e dove una piattaforma, dall’alto verso il basso, una sola volta al giorno, fa passare del cibo attraverso tutti i piani.

È un’opera estremamente innovativa.
Già solo l’idea di questa prigione – che più che un’idea, è una rappresentazione architettonica di una ideologia sociale: la nostra società consumistica – è brillante.
Ma oltre al luogo, è stato fatto anche un enorme lavoro su chi popola questa struttura;
I personaggi sono fantastici, studiatissimi e caratterizzati fino al midollo. Nessuno è lì per caso (in senso scenico), e nessuno è lì per niente (in senso metaforico).
Tutto il film è una sorta di viaggio attraverso le varie fasi della vita di un uomo; Un uomo che ha bisogno di scendere all’inferno per capire che l’inferno era da un’altra parte.
Una trama semplice, ma che a fasi, o meglio a “livelli”, esplora i meandri della crudeltà sociale e psichica umana, in una maniera tale da farlo quasi sembrare un processo razionale, piuttosto che animale; Qualcosa di innato nella mente umana.

La regia di Gatztelu-Urrutia è molto spartana, ma di effetto.
Discorso diverso per la sceneggiatura di David Desola e Pedro Rivero;
Una sceneggiatura con un’attenzione maniacale ai dettagli e ricca di texture. Un gran lavoro, che supportato dalle magnifiche performance di tutto il cast rendono questo film una vera goduria.
Vi consigliamo caldamente la visione di questo capolavoro.
Dopo la visione sarete sazi.