Tyler Rake (2020): Recensione
Tyler Rake, recensione del film diretto da Sam Hargrave con protagonista Chris Hemsworth. Uscito in streaming su Netflix il 24 aprile 2020
VOTO MALATI DI CINEMA (7,5 / 10)
Ormai quando sento “questo è un film d’azione” mi vengono subito in mente brutte cose, eppure Tyler Rake, opera prima – come regista – di Sam Hargrave, interpretata e prodotta da un Chris Hemsworth in splendida forma scenica, non delude, anzi, addirittura sorprende.
Tyler Rake – interpretato da Chris Hemsworth – è un mercenario che viene coinvolto in un cui lavoro molto particolare: salvare il figlio di un narcotrafficante del Bangladesh dopo che è stato rapito da un narcotrafficante Indiano.
Questo incarico porterà sia lui che il ragazzino – interpretato da Rudhraksh Jaiswal – a fare un viaggio introspettivo, lasciando una scia di sangue dietro di loro.
C’è pochissima recitazione e tantissima azione in questo film.
Chris Hemsworth non è un attore particolarmente espressivo, ma comunque riesce a trasmettere tanto in questo film, soprattutto nella scena in cui deve confrontare se stesso a livello psicologico di fronte al ragazzino.
Rudhraksh – che interpreta Ovi Mahajan – al contrario, è molto espressivo, e nonostante sia principalmente rilegato al ruolo di “pacco da trasportare” riesce comunque a stupire.
Ma il vero motivo per cui dovreste vedere questo film è l’azione.
Sotto il punto di vista della tecnica e della violenza è di una raffinatezza assolutamente inaudita.
I movimenti di camera sono studiatissimi, le inquadrature sono meticolose, il montaggio è preciso, incalzante, quasi ossessivo, ma tutte queste componenti tecniche convergono in funzione di un solo, specifico, elemento: la violenza.
Non solo è crudissima e studiatissima, ma è stato svolto anche un lavoro di originalità a riguardo… Mi spiego meglio: Avete mai visto uno ammazzare tre uomini armati con un rastrello da giardino? Ecco.
La sceneggiatura è ad opera di Joe Russo, che ha adattato la sua graphic novel, Ciudad, in questo film.
Non capisco dove volesse andare a parare con questa sceneggiatura – oltre all’azione e alla violenza – perché sotto tutti i punti di vista è buona, ma non eccelle in nulla in particolare – oltre all’azione e alla violenza.
Per gli amanti dei film d’azione, delle sequenze studiatissime (c’è persino un piano sequenza lungo più di una decina di minuti) e della violenza cinematografica in generale, questo film sarà una chicca.
Ma soprattutto questa pellicola mi ha fatto capire che è possibile fare una cosa che, in un film, prima d’ora, pensavo non fosse possibile fare:
Prendere un Indiano sovrappeso e fargli lanciare un bambino giù da un palazzo.