Il talento del calabrone (2020): Recensione
Il talento del calabrone, recensione del film diretto da Giacomo Cimini. Disponibile in streaming su Prime Video dal 18 novembre 2020
VOTO MALATI DI CINEMA (7 / 10)
Enzo Ferrari si è seduto in una panda pilotata da Giacomo Cimini (The Nostalgist, La città nel cielo), e il risultato è Il talento del calabrone, ultimo gioiellino di Prime Video, nonché una secchiata di acqua fresca per il panorama Italiano.
Un uomo misterioso chiama durante una trasmissione radiofonica condotta dal famoso Dj Steph – interpretato da Lorenzo Richelmy (Ride, Dolceroma).
Dopo una conversazione poco chiara, irrispettosa e leggermente offensiva nei confronti di Steph, proprio quando il disc jockey sta per attaccare, l’uomo misterioso fa esplodere l’intero piano di un grosso palazzo di Milano, al grido di “Ho la tua attenzione ora?”
Se questo non fa drizzare i capezzoli, non so cosa potrebbe.
L’idea di creare un personaggio estremamente raffinato come quello di Sergio Castellitto nonché la sua storia, accompagnato da dei personaggi come la tostissima tenente Rosa Amedei – interpretato da Anna Foglietta (Perfetti sconosciuti, nessuno mi può giudicare) – il divertente regista radiofonico interpretato da Gianluca Gobbi, e lo showman radiofonico dal carattere forte, tutti loro sorretti da una bellissima storia che fa senso solo alla fine del film, e dove l’inizio di 1°, 2° e 3° atto spaccano quasi precisamente il minuto indicato da Story di Robert McKee, sa tanto di… Hollywood.
Parliamo di un’opera originale per il panorama Italiano, ma molto, molto standard a livello “globale”.
Personalmente, ho gradito molto questa direzione presa dalla produzione, ma ho apprezzato poco i dialoghi americanizzati dei personaggi.
A parte Castellitto, in una performance assolutamente epica e credibile ogni singolo secondo, gli altri personaggi hanno fatto una fatica tremenda, riuscendo veramente poco a risultare credibili, sempre per via di suddetti dialoghi che, chiaramente, sarebbero credibili solo recitati da dei doppiatori.
Molto riuscita la cinematografia – a cura di Maurizio Calvesi (Non essere cattivo, Le confessioni) – che è sempre spot-on in qualsiasi ambiente e situazione, ma soprattutto stacca sempre il personaggio da quello che c’è intorno, quasi come se stessimo a teatro (anche grazie a scelte di staging molto accurate e significative)
Per quanto riguarda le musiche… beh, lo scoprirete da soli, in quanto è parte fondamentale della trama.
Ve lo consiglio, è interessante vedere un film Italiano fatto alla Hollywoodiana – e non viceversa – ma soprattutto è fantastico quando la storia di un personaggio riesce veramente a toccarti, oltre che ad essere costruito su un tema di grande attualità.
(immagine in evidenza by comingsoon.it)