The Midnight Sky (2020): Recensione

The Midnight Sky, recensione del film diretto e interpretato da George Clooney. Disponibile in streaming su Netflix dal 23 dicembre 2020

VOTO MALATI DI CINEMA 8 out of 10 stars (8 / 10)

La settima esperienza di George Clooney dietro la cinepresa, The Midnight Sky, distribuita su Netflix, si rivela non solo estremamente diversa dalle precedenti, ma anche dalle sue solite produzioni, con un’opera che si esaurisce nella polarizzazione più totale.

Un uomo anziano (interpretato da George Clooney) si trova in cattive condizioni mediche, da solo, in una base al circolo polare artico. Nel frattempo, un gruppo di astronauti è di ritorno da una missione esplorativa su un pianeta ritenuto abitabile; l’unico problema è che non hanno contatti con la terra, o con altre missioni spaziali, da settimane.
In seguito ad un evento devastante sulla terra, è avvenuta un’evacuazione di massa dalla base dove l’uomo anziano si trova, ma una bambina non è stata presa, e verrà ritrovata dall’uomo qualche giorno dopo. L’uomo e la bambina saranno costretti ad affrontare un viaggio attraverso le lande artiche, mentre gli astronauti dovranno confrontarsi con quello che rimane del pianeta da cui provengono.

La sceneggiatura è carina, la recitazione è buona, la storia è interessante… e nonostante sia montato praticamente alla cieca, il film tutto sommato non è male.
Allora perché un voto così alto?
Perché nonostante le sue doti mediocri – tranne quella che sarebbe l’incredibile cinematografia di Martin Ruhe (Catch-22, The American)… se non avessimo già visto quella di Gravity, Interstellar, Ad Astra etc. – questo film si fa forte dell’unico pregio che un grande film, e il grande Cinema in generale, ha e dovrebbe avere: Farti emozionare.

Mi sento di difendere questo film a spada tratta perché credo che i filmmakers abbiano fatto un lavoro estremamente valido; hanno studiato delle allegorie stabilite in maniera fantastica, non facendo mai il classico “spiegone”, ma semplicemente mostrando le cose per farci capire (come la scena del jet privato), hanno limitato la caratterizzazione dei personaggi durante la presentazione per farceli conoscere attraverso le loro azioni (cosa rarissima al giorno d’oggi) e si sono anche presi i tempi giusti per farci vivere a fondo le scene più importanti e delicate del film (tutti i film dovrebbero evitare di “arronzare” le scene importanti, eppure non viene mai fatto).
Nonostante non sia brillante da un punto di vista tecnico, tutto questo porta a instillare nello spettatore emozione, proprio quello di cui il nostro cinema, ormai ridotto su schermi piccoli, se non minuscoli, ha bisogno in questo momento.

Dalle recensioni e dalle opinioni che ho letto in giro di questo film, credo che in pochi abbiano compreso l’obiettivo dei filmmakers, e che strada volevano percorrere durante la creazione di The Midnight Sky.
L’aspettativa – giustamente creata da quello che è la premessa del film – e l’argomento coinvolto – ovvero le sorti della terra – radicano nella testa l’idea che sia un dramma “mondiale”, ovvero una storia di cui la storia stessa è il soggetto del film; per intenderci, un po’ come Interstellar
Ho sempre odiato i paragoni nelle recensioni cinematografiche, ma qui è necessario.
La differenza, è che ad esempio in Interstellar la storia parla delle sorti del nostro pianeta e del protagonista e sua figlia, invece in The Midnight Sky la storia riguarda solo un uomo e i suoi fantasmi (meravigliosamente rappresentati da dei lupi nella tempesta), tutto il resto sono solo contesto e strumenti scenici.

THE MIDNIGHT SKY (2020)
Caoilinn Springall as Iris and George Clooney as Augustine. Cr. Philippe Antonello/NETFLIX ©2020

In un momento come questo, sentivo il bisogno di un film così.
A me personalmente ha dato speranza, sotto diversi punti di vista, e spero ne dia anche a voi.
Non solo vi consiglio di vederlo perché secondo me ne vale la pena, ma credo si presti ad essere un fantastico film per la famiglia, quindi se potete guardatelo con i vostri cari, magari anche dinanzi ad una fetta di un pandoro.
Ah quasi dimenticavo… Buon anno!